Nosound
The Northern Religion Of Things
(CD, Kscope)
progressive rock, psychedelic rock, space rock
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“Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell’aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia. Alberi irrequieti, temperature in diminuzione, l’intera religione settentrionale delle cose era giunta al termine.” A dir poco geniale la scelta di ispirarsi allo splendido romanzo The Corrections di Jonathan Franzen per il titolo di questo disco, forse per richiamare quell’attitudine quasi religiosa verso il mondo sensibile, alla ricerca di ogni minimo segreto nascosto dietro al quotidiano.
Proprio come questo esperimento dei Nosound, che con The Northern Religion Of Things vogliono scendere in profondità, alle radici del suono. Come se quest’album non fosse semplicemente un’esibizione live di canzoni già edite, perché Giancarlo Erra, supportato da campionamenti e senza l’uso di sovraincisioni, riesce a offrire un calore e una sensibilità del tutto nuova ai nove brani selezionati. Sonorità ipnotiche, che racchiudono la mente in un abbraccio e rapiscono i sensi. Per raggiungere il cuore, il nucleo e l’essenza della musica, registrate in un flusso continuo. Da dove è partito Giancarlo Erra. Da dove sono nate le canzoni dei Nosound.
About Butterflies And Children e Fading Silently creano una strana atmosfera in cui ci sentiamo fluttuare, in Kites manca l’apporto della batteria presente nella versione originale (unico brano impoverito da questa scelta); sublime Tender Claim, avvolgente e intima The Misplay, The Broken Parts è forse il miglior pezzo, arricchita da un fischiettio che prende il posto dei sintetizzatori; evocativa l’armonia di Lightdark e sbiaditi i contorni di Hope For The Future; si chiude con Sol29, dal sublime sapore decadente.
Notevoli gli influssi di Brian Eno e Mike Oldfield, ma l’esito raggiunto è assolutamente pregevole e originale. Alla ricerca dell’essenza di se stesso, rimane in compagnia delle sue chitarre e delle sue “macchine”, a dare colore e calore ai brani estratti dai suoi tre album in studio. Oltre il concetto di unplugged o semplice live.
Ascoltare The Northern Religion Of Things fa venire l’acquolina in bocca, e non solo ai fan, in attesa di un nuovo disco. Giancarlo Erra dovrà saper ripetersi e non deludere le aspettative, altissime finora.
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