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Nosound: Allow Yourself

Tornano i Nosound col nuovo Allow Yourself. "permetti a te stesso" di lasciarti rapire dalle atmosferiche a tratti oniriche e a tratti claustrofobiche di un album in cui l'elettronica sperimentale strizza l'occhio all'art-pop.

Nosound

Allow Yourself

(Kscope)

elettronica, ambient, space

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In un sottobosco di tantissime valide produzioni che spesso vengono dimenticate prima ancora di essere conosciute, degni di attenzione sono i Nosound di Giancarlo Erra.

Formatisi nel 2005 e con già diversi album all’attivo, la band ha da subito mostrato una grande affinità al sound di artisti come Pink Floyd, Radiohead, Brian Eno, ma anche No-Man e Porcupine Tree, partendo da posizioni coerenti con quelle della label (la Kscope), che da sempre porta avanti una moderna e ibrida concezione di progressive-psichedelia.

Con questo Allow Yourself i Nosound decidono di virare decisamente verso il mondo dell’elettronica più alternativa riuscendo a calamitare l’ascolto già dalla prima traccia Ego Drip, un mantra ossessivo alla Radiohead (del periodo Kid A) che lascia velocemente spazio alle atmosfere soft di Shelter.

Don’t You Dare, primo singolo estratto da questo ottimo lavoro, strizza l’occhio alla jungle e al break beat e dopo un’accelerazione iniziale frena in una calma apparente alla Nils Frahm per poi liberare nuovamente l’estro della band in quella che è una delle perle di Allow Yourself.

Con My Drug, il sound si arricchisce con piano e archi e vira verso una dimensione più ambientale, così come in Miracle, porta d’accesso ad un universo parallelo dove è facile perdersi definitivamente.

La cupa This Night è la perfetta trade union fra l’elettronica di “stampo Thom Yorke” e sonorità di pura avanguardia, così come At Peace che, come altri brani di questo album, parte in uno stato di quiete per poi esplodere e rientrare in una dimensione onirica.

Perfetto esempio di questo alternarsi di ritmi è anche la seguente Growning In Me che cresce lentamente fino a sfociare nel grido di Erra, anima portante di questo progetto.

Saviour è il brano che più mi confonde e rapisce ad ogni ascolto. È di una bellezza disarmante.

Con Weights, traccia più lunga e complessa dell’intera produzione, si giunge a Defy, perfetta conclusione di un lavoro eccellente.

A tratti claustrofobico, a tratti onirico, interamente da ascoltare e ascoltare nuovamente, Allow Yourself è il perfetto esempio di come artisti italiani possano avere un sound e una credibilità internazionale. Imperdibile!

P.S.: come tutte le uscite Kscope, anche questa è curatissima, con il CD digipack accompagnato da un booklet di 16 pagine, la versione LP in vinile Crystal Clear da 180 grammi e una versione audiophile in file FLAC sia a 24 bit e sia in versione binaurale.

I Nosound su RockShock

https://www.nosound.net/

 

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Fabio Busi
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