No Surrender
Medicine Babies
(Cd, ZerOKilled Music)
electro-hop
[starrating]
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L’associazione electro ed hip-hop può facilmente lasciare perplessi, nonostante esista un genere chiamato Elettrohop (o robot hip hop) che consacra questa unione. Nato negli anni ‘80 sembra non essersi spento tutt’ora, tanto che seguendo le orme del padrino Afrika Bambaataa è stato riproposto dai più recenti Flo Rida, Timbaland e Black Eyed Peas. A ben sette anni dal disco White Power Black Magic, i No Surrender ritornano come rappresentanti odierni di electro-hop condito in salsa soul, synth pop, indie rock e funk.
Il gruppo nasce nei sobborghi newyorkesi, entrando ben presto a far parte della scena alt-rap dance della zona accanto ad altri esponenti come Mike Ladd, Antipop Consortium e gli Stiffed. Seraphim, Steeples e Gnomad sviluppano un sound distintivo, il quale viene consacrato con l’uscita del primo album White Power Black Magic, acclamato dalla famosa Bibbia dell’underground VICE Magazine come “your new favorite shit”. Dopo una lunga pausa, durante la quale Steeples entra nel cast del telefilm della NBC My Name is Earl, nel 2011 il gruppo esce con un nuovo concentrato di stili e beat elettronici, Medicine Babies.
Medicine Babies è un album complesso, stratificato, che raggruppa i generi più disparati. Questa caratteristica è facilmente definibile come la sua forza tanto quanto la sua debolezza. Nonostante alcune canzoni siano capaci di trovare un equilibrio tra elettronica ed hip hop (You’re a Star, Carousel) non sempre i brani danno l’effetto desiderato, richiando di apparire particolarmente insipidi. Partendo da una maggior influenza electro-synth (Young World, Falling into you) si passa ad un incontro di basi electro-hop (Godd Get it) che alle volte si incrocia a violini e melodie più pacate con il risultato di canzoni meno incisive e facilmente dimenticabili (Mountain, Heart).
I No Surrender danno la riprova di aver trovato la formula vincente di un godibile electro-hop, anche se però spesso ripiegano troppo in un genere o nell’altro, perdendo quel mordente in grado di stimolare l’ascoltatore.
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