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Nine Inch Nails: Hesitation Marks

Hesitation Marks è probabilmente il più bel disco dei Nine Inch Nails dai tempi di The Downward Spiral.

Nine Inch Nails

Hesitation Marks

(CD, Columbia)

industrial, elettronica


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Dopo le colonne sonore, la vita in famiglia e il progetto How to Destroy Angels, Trent Reznor resuscita la sigla Nine Inch Nails e torna con Hesitation Marks, realizzato con i fidi Atticus Ross e Alan Moulder.

In primo luogo è un ripensamento in termini di marketing. Sono infatti terminati i tempi dell’autarchia e ora i Nine Inch Nails sono tornati in seno a una casa discografica, agenti e agenzie di comunicazione, lasciando Reznor libero di occuparsi solo del lato artistico.

In secondo luogo, cosa ben più importante per noi ascoltatori e fans, Reznor e i suoi Nine Inch Nails sono tornati in grandissima forma. Hesitation Marks è probabilmente il più bel disco dai tempi di The Downward Spiral, album che come questo è caratterizzato dall’artwork di Russel Mills.

Hesitation Marks è un disco particolare: le sue canzoni vivono da sole, ma assumono tutt’altro significato se l’album viene ascoltato per intero (e ovviamente nell’esatta sequenza proposta dall’artista), pur senza essere un vero e proprio concept-album.

Davvero singolare è inoltre la scelta dei singoli “apri-pista”: Came Back Haunted, brano accompagnato da un video di David Lynch, è una canzone efficace e ammaliante, ma non rende del tutto l’idea dell’atmosfera dell’album, ossessiva e ossessionata. Everything, il secondo singolo, è a mio parere uno dei brani peggiori dell’album e soprattutto ha un sound che non c’entra niente col resto. Misteri del marketing.

Il sound in generale di Hesitation Marks è caratterizzato da beats ipnotici, suoni distorti e quintalate di elettronica, mentre le chitarre latitano. Siamo più dalle parti delle colonne sonore che Reznor ha scritto per i videogames (Quake) con l’omogeneità di narrazione e di intenti di Fragile, più che nelle semplici raccolte di canzoni dei Nine Inch Nails ultima maniera.

Ma più in generale è come se Reznor abbia voluto capitalizzare il sound degli esordi aggiungendo un guizzo contemporaneo e, soprattutto, una indomita freschezza compositiva.

In quest’ottica gli episodi più riusciti sono All Time Low, con le sue atmosfere di funky-jazz malato, e il quasi hip-hop di Satellite, mentre arrivano direttamente dal passato Copy Of A e Disappointed.

Insomma, Hesitation Marks balzerà subito al cuore dei fans dei Nine Inch Nails e Trent Reznor – vivaddio – è ben lungi dall’esaurire la sua vena creativa.

Hesitation Marks è in streaming gratuito su iTunes.

P.S.: Hesitation Marks è dispobile come CD, CD Deluxe, DigitalDownload e Vinile, ognuno con una copertina diversa. Con Trent Reznor, Atticus Ross e Alan Moulder hanno lavorato in studio: Adrian Belew (già con i King Crimson e per qualche mese dato come per certo nella line-up per i live), il bassista Pino Palladino, Ilan Rubin (chitarra), Alessandro Cortini (basso ed electronics), Joshua Eustis (batteria), Eugene Goreshter (la metà dei compianti Telefon Tel Aviv) e Lindsey Buckingham.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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