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Nine Inch Nails: Bad Witch

Terzo lavoro di una trilogia di EP (o mini-album, che dir si voglia) che comprende Not the Actual Events (2016) e Add Violence (2017), Bad Witch è il disco migliore dei Nine Inch Nails da parecchi anni a questa parte.

Nine Inch Nails

Bad Witch

(The Null Corporation)

industrial metal

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recensione Nine Inch Nails- Bad WitchTerzo lavoro di una trilogia di EP (o mini-album, che dir si voglia) che comprende Not the Actual Events (2016) e Add Violence (2017), Bad Witch è il disco migliore dei Nine Inch Nails da parecchi anni a questa parte.

Forse Trent Reznor è riuscito finalmente a far entrare in pieno nello spirito della band il fido Atticus Ross, o forse semplicemente i due hanno trovato la quadra tra sperimentazione elettronica e la furia industrial metal che i fan dei Nine Inch Nails adorano e reclamano a gran voce. Sia come sia, Bad Witch è un disco consigliatissimo a vecchi e nuovi fan dei NIN.

Bad Witch è composto da sei brani arrangiati con cura, in cui la parte strumentale pesa tantissimo e in cui le liriche non risparmiano le solite bordate di critica (personale e sociale) a cui Reznor ci aveva piacevolmente abituati.

È anche un album che ospita molte parti di sax (innestate a meraviglia in Play the Goddamned su tutte), ma anche Ian Astbury dei Cult, a ri-stendere di nuovo il ponte che lega i Nine Inch Nails agli anni ’80, passato a cui guardano spesso ma senza alcuna nostalgia, semmai col rispetto per i Padri, ma consapevoli del loro ruolo di sperimentatori fortemente ancorati a un futuro prossimo che li vede (ancora una volta) protagonisti.

Vabbè, ci stiamo riferendo ai Nine Inch Nails come una band quando invece sappiamo che sono il progetto di Trent Reznor e/o semmai da un paio di anni del duo Reznor-Ross, ma Bad Witch suona così maledettamente compatto, variegato e ricco che risulta difficile immaginarlo come il lavoro di uno o due lupi solitari.

Se il primo singolo estratto, God Break Down The Door, aveva fatto temere a una deriva drum&bass, l’ascolto del disco nella sua interezza rivela come anche queste ritmiche siano coerenti nei 30 minuti in cui momenti di calma si rivela solo come apparente, la necessaria attesa per vere e proprie sfuriate di violenza, un mattatoio sonoro che attenta alle orecchie dell’ascoltatore trascinandolo in un sali-scendi di emozioni e di suoni che non possono lasciare indifferenti, omaggio a Bowie (citato nel suo stile canoro nella conclusiva Over and Out). D’altro canto i “nostri” avevano fatto un tour insieme nei ’90 e Reznor ha indicato il Duca Bianco proprio come l’esempio che ha preso per salvarsi da una serie di dipendenze che lo stavano trascinando nel baratro.

Concludendo, Bad Witch è un disco solo apparentemente semplice: nasconde un’infinita ricchezza di spunti e di modi di fruizione che solo i Grandi album ci regalano, doni che riprendiamo in mano nel tempo e destinati a diventare rifugio sicuro a cui rivolgersi ogni qual volta ci smarriamo.

Ascolta Nine Inch Nails: Bad Witch (full album streaming)

https://youtu.be/EMKnM5WNfk0

 

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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