Nikki Lane
All or nothin’
(New West Records)
bluegrass
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Dan Auerbach – leader dei Black Keys – difficilmente manca un colpo nelle sue produzioni sonore, e questa giovane artista di Greenville (South Carolina), Nikki Lane col suo nuovo album All or nothin’, è il fiore all’occhiello di un pop rock country tentato da lanci psichedelici, un amore di tracklist che convince a botta secca e fa innamorare a tutto tondo.
Dodici tracce che girano forte nei loro sentori mexati Seein’ double, sensorialità pop umorali e la dolcezza agrumata rock country Right time, Good man, la favola musicale di una piccola stella che luccica col suo secondo full lenght senza spocchia e senza quella fastidiosa carica goliardica che tanto fa gioco ultimamente nelle novità d’oltre oceano; la Lane domina l’ascolto con una voce tra la Neko Case d’oggi, You can’t talk to me like that, e la Lucinda Williams di tempo fa Loves on fire (splendida corsetta bluegrass duettata con Auerbach), e lo fa anche sopra suggestioni on the road Seventies che riportano in luce panorami e vibrazioni mai sopite di libertà tutta americana, quella degli infiniti open space naturali Sleep with a stranger.
Chitarre, slide, dobri, violini, fiddle, distorsori, pedal guitars e voglie di water melon gelati, questi i dettami visionari di un lavoro che strega con semplicità, un insieme di dinamiche e certezze sonore che nella ballata field col fiore in bocca Wild one, lasciano trasparire – volendo ricordarci – che L’America è l’America, che tutto parte da lì e lì tutto torna.
Piccola magia.
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