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Negrita: Deja Vu

Doppio CD del meglio dei Negrita in versione semi acustica, rispolverando in maniera più soft quasi tutti i loro maggiori successi

Negrita

Deja Vu

(Cd, Universal)

rock blues funk

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Dopo il DVD live pubblicato lo scorso inverno, i Negrita ripropongono i loro maggiori successi attraverso Deja Vu, ricco doppio CD contenente 23 brani che dovevano essere inizialmente concepiti come un unplugged dal vivo. Insieme a questi pezzi ben rifatti troviamo anche due versioni dell’inedito La Tua Canzone pubblicata alle porte dell’estate come antipasto, ed un secondo nuovo brano, Anima Lieve.

La nuova uscita è figlia del tour nei teatri che ha accompagnato nell’ultimo anno la band di Arezzo, quando in mezzo al pubblico il gruppo rock capitanato da Pau ha riempito le platee con i brani rivisti senza la spina attaccata all’amplificatore. Da quest’esperienza si è deciso quindi di tornare in studio e arrangiare le canzoni in versione semi acustica, ripresentando probabilmente la veste più naturale delle canzoni, nate a suo tempo con chitarra e voce e successivamente arricchite in produzione con le sonorità che ben conosciamo nei loro dischi.

Ci tocca fare scomodi paragoni affermando che più che un unplugged vibrante come sa essere per esempio un Five Men Acoustic Jam dei Tesla o la storica performance dei Pearl Jam a MTV, ci troviamo ad un relax rock come il This Left Feels Right dei Bon Jovi, disco raccolta della band del New Jersey dai suoni esageratamente ammorbiditi. Qui canzoni come Cambio, Il Libro in Una Mano la Bomba nell’Altra e perfino Mama Maè hanno il freno a mano tirato. Chi si aspettava le sanguigne Militare, Ehi Negrita!, Negativo, Transalcolico o Rumore, brani decisamente adatti per cavalcate di chitarre acustiche a tutto spiano, deve accontentarsi di Bum Bum Bum o Sale, il finale di Che Rumore Fa la Felicità e quello di Mama Maè che si salva in corner.

In alcuni frangenti viene fatto uso di elettronica per innalzare l’atmosfera, e quando la spina è attaccata per permettere alla chitarra di Drigo di avvolgere i brani con riff morbidi, le canzoni suonano ancora più soffuse della versione originale. Alla fine ci troviamo di fronte a una trasposizione ancora più intima dei brani dei Negrita, dove a parte qualche manciata ricavata dai primi album, primeggia la scelta di ripresentare i brani degli ultimi lavori e che conferma la loro preferenza in vista di un disco nuovo per la prossima stagione.

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Luca Paisiello
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