My Own Rush
Sogno Italiano
(Cd, DMB MUsic)
rock
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Una sguardo caustico e impietoso sulla società contemporanea e un solido e coinvolgente impianto sonoro, interessante e senza troppi fronzoli: è la ricetta per il debutto dei My Own Rush, band piemontese che disegna un quadretto cinico e disincantato del Sogno Italiano, che è il tema principale dell’album.
L’apertura è affidata a Ho Provato A Guardarmi Dentro Ma Ho Preferito Restarne Fuori. Il titolo è già un programma: basso e chitarra sono profondi e scuri, il ritmo rapido. Il testo è pungente e divertente. A seguire la title-track, Sogno Italiano, un inno buffo e scoppiettante, a volte un po’ troppo vicino al luogo comune ma comunque gradevole.
Figlio Del Mio Tempo è un ritratto piuttosto deprimente con un sound corposo e gradevole, mentre Dolce Polly è una ballata sarcastica e allegra.
Nella seconda parte del disco toni più aspri, per Sexteen (Miss Backstage) e Serenata Rock, e per il rumoroso, caotico Dad Is Calling Out, l’unico brano in inglese dell’album.
C’è spazio anche per quello che è forse l’aspetto più riuscito dell’album: un coriaceo e allegro punk pop, come in Milano Di Notte, che traccia una strana, poco consolante cartografia urbana, e negli allegri e taglienti Canto Per Dispetto e Una Vita Da Onorevole.
Tirando le somme, quindi, un esordio discreto per il giovane quartetto di Novara; senza eccessive pretese ma con un buon carattere e senso della melodia. E a tratti fa davvero ridere.
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