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Misty Morning: GA.GA.R.IN.

Funamboliche distorsioni doom, parentesi sinfoniche d’atmosfera, orrendi mostri pronti a divorare la razza umana e divagazioni metal ipnotiche raccontano la missione spaziale dei Misty Morning

Misty Morning

GA.GA.R.IN.

(Magick Science Records)

doom

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[youtube id=”ISs5bDZbOzM” width=”620″ height=”360″]

Misty Morning- GA.GA.R.IN.Attivi da un ventennio ma definibili come gruppo dal 2007, i romani Misty Morning fanno parte di quel genere qualificato come metal doom, con melodie cupe, ritmi forsennati e un growl basso e profondo. Nato da Luca Moretti (voce e chitarra) e Massimo Venditozzi (basso) il gruppo sembrava aver trovato in Frankie Insulina l’innesto adeguato alla batteria, sostituito poi da Riccardo Paladin, mentre Massimo “rejetto” Melina completa il quartetto con la sua tastiera.

Il tema del disco nasce dalle relazioni umane soppresse a causa dell’eccessivo rapporto uomo-macchina, e si sviluppa attraverso un ipotetico viaggio aerospaziale dove gli scienziati si lanciano nell’ignoto per trovare il modo di risvegliare l’umanità, attraverso la missione con il nome in codice di GA.GA.R.IN. (Galactic Gateways for Reborn Intellects).  Un arpeggiato Forward ci introduce quindi ad un’intro scenica preparatoria al furore tritatutto della title track, sostenuta da gran ritmi e mood tiratissimi.

Tra una canzone e l’altra abbiamo degli intermezzi strumentali come Silicon Sea quando si prolunga su Mourn O’ Whales, suite da 10 minuti che simula il canto delle balene con l’intento di evocare un’entità dalo spazio profondo, capace di spazzare via la razza umana, protraendosi in sperimentazioni psychedelic rock. A New Cosmology insinua un’atmosfera evocativa che lascia il posto ad un tormentato e funereo Black Monk Lives, pezzo che rievoca il rogo dell’eretico Giordano Bruno mentre brucia tra le fiamme cantando le sue ragioni.

Doomzilla è dedicato ad un immaginario mostro dagli abissi che sorge dalle acque e inghiotte le anime della Terra. Baltimore, 1849 danza un amore senza speranza sulle note di un pianoforte. La sorpresa è nella nona traccia del disco, il Ballo In Fa Diesis Minore di Branduardi pubblicata nel 1977 nell’album La pulce d’acqua, rivisitata dai Misty Morning.

L’artwork del Ver Eversum Art Lab è piacevole e fa comprendere quanta cura ci stata in questo progetto. Personalmente un paio di belle schitarrate le ho gradite, la chicca di Branduardi colpisce adeguatamente, le citazioni in giro sono da apprezzare. Gli amanti del genere potranno sicuramente apprezzare meglio di me il loro lavoro.

 

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Luca Paisiello
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