Mirko Colombari
Bok
(Cd, Autoproduzione)
pop, folk
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Dopo anni da gregario (come chitarrista e autore) Mirko Colombari, cantautore reggiano classe 1977, fa il salto di qualità e pubblica il suo disco d’esordio, Bok. Un album volutamente semplice e diretto, sia nelle liriche che nella composizione. Una fotografia dell’artista al momento della creazione: un chitarrista acustico e un cantautore. Niente di più.
Bok si compone di nove brani cantautorali classici in bilico tra folk e pop di matrice vintage, sui quali si articolano testi essenziali e popolari, incentrati su fatti quotidiani comuni a tutti noi, come i viaggi, le serate e la passione per la musica. Niente artifici o intellettualismi, né nella scelta delle parole appunto, ma nemmeno nella musica, suonata così com’è, senza sovraincisioni o fascinazioni elettroniche.
E’ facile riconoscere le influenze dei conterranei Modena City Ramblers nel folk più ‘spinto’ di pezzi come Covent Garden e Due passi, e Ligabue nel pop homemade di Mia regina. Anche se la voce roca di Mirko manca talvolta di spessore e precisione, trovo più convincente la tentata incursione nel funky di E pensare che volevo… o nei ritmi vagamente latino-americani di Canazei.
Apprezzabile la volontà di essere essenziali e sobri in un’epoca dominata da suoni costruiti e dalla perenne ricerca di originalità nella stesura delle liriche, ma il confine tra banalità e semplicità è estremamente sottile. L’unico modo per non diventare l’ennesimo prodotto standardizzato uguale a tanti altri è cercare di costruirsi una propria identità, in modo da riuscire a trasmettere davvero la propria urgenza nell’immediatezza dell’autenticità.
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