Mike Patton
Mondo Cane
(Cd, Ipecac)
easy listening
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Mike Patton, eclettico ed istrionico leader dei Faith No More, torna su cd con un progetto che già aveva portato in tour nel 2007 e 2008. Quello che si può dire di Mike Patton è che di sicuro con lui non ci si annoia, così come non si sa mai che aspettarsi da un suo nuovo progetto. Dagli anni ’80 dei Faith No More col loro alternative funk-metal, passò al progetto collaterale Mr. Bungle. Alla fine degli anni ’90 arrivò poi il momento della musica sperimentale del progetto Fantomas affiancato dall’art rock dei Tomahawk.
Sposato con un’italiana, Mike da sempre ha denotato un particolare trasporto per la musicalità della lingua italiana e già da tempo era nell’aria un qualche progetto nella nostra lingua.
Dopo i tour del 2007 e del 2008 col suo progetto Mondo Cane, anche lo scorso anno durante la reunion dei Faith No More si permise nel live di Milano di cantare una canzone in italiano, facendo storcere il naso al pubblico accorso in massa nel capoluogo lombardo che voleva solo sentire i cavalli di battaglia della band, quelle Epic, Evidence e Digging The Grave (tanto per citarne 3, ma sarebbero innumerevoli) che hanno fatto innamorare di loro fans in tutto il mondo.
Questo Mondo Cane è l’album del progetto portato in scena negli scorsi anni, anche se presenta solo 11 dei 22 brani che eseguiva in tour.
Da un primo ascolto avrei voluto affibbiare 0 stelle su 5 a questo progetto, mi sembrava karaoke di bassa lega; proseguendo però con ripetuti ascolti mi è giunta l’anima del progetto, un progetto del quale da italiano è impossibile non innamorarsi, un atto d’amore del grandissimo Mike, che ancora una volta dimostra di essere un Artista con la A maiuscola.
In questo Mondo Cane, nel quale Patton si è avvalso di un’orchestra di 30 elementi, fra i quali troviamo anche Roy Paci alla tromba si parte con Il Cielo In Una Stanza, brano indimenticabile di Gino Paoli, forse il brano riuscito peggio fra tutti ma, se da un lato non è facile interpretare uno dei capolavori della musica italiana, dall’altro Il Cielo In Una Stanza, è una canzone così bella che piacerebbe pure cantata da un cane. E Mike se la cava comunque degnamente.
Altro brano di Paoli è pure la conclusiva Senza Fine, uno dei meglio riusciti dell’album.
Fra le altre perle della musica italiana, tutte eseguite in maniera impeccabile dall’orchestra e cantate più o meno bene da Patton troviamo Che Notte di Buscaglione, Ore d’Amore di Bongusto. Deep Down musicata da Morricone porta un soffio di leggerezza, prima di tuffarsi in Quello Che Conta del mai troppo compianto Luigi Tenco e nel beat di Urlo Negro dei The Blackmen.
Dal beat carichissimo dei Blackmen si passa alla musica napoletana di Murolo, del quale Patton interpreta Scalinatella. Si torna nel sound da “Sapore di Mare” con L’Uomo Che Non Sapeva Amare di Fidenco.
Arriva poi l’Arigliano di Sanremo 1964 con 20 Km Al Giorno seguito da Ti Offro Da Bere, scelta interessante in quanto di sicuro non è uno dei brani più famosi del Morandi anni ’60.
Un album molto interessante che vorrei accompagnasse gli ascolti di molti italiani giovani e meno giovani in quest’estate 2010 ormai alle porte e che facesse sparire un po’ di mp3 e tornare un po’ di vecchi juke-box.
Grazie Mike per questa camminata nel mondo dei ricordi ma non ti perdonerò mai per non aver inserito nella tracklist del cd quella meravigliosa Legata Ad Un Granello Di Sabbia tanto ben eseguita nei live.
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