Mezzafemmina
Un giorno da leone
(Controrecords)
canzone d’autore, folk
_________________
Di sicuro è riuscito nel suo intento. Con questo secondo lavoro in studio, intitolato Un giorno da leone, Mezzafemmina, al secolo Gianluca Conte, fa ridere ma al contempo riflettere l’ascoltatore, che si trova davanti a un disco difficile da incasellare in un genere, anche se facilmente riconducibile alla tradizione italiana, nato esattamente con l’obiettivo di sentirsi liberi da qualsiasi etichetta, da qualsiasi forma di classificazione e catalogazione di cui solo le parole sono capaci. A cominciare da quello pseudonimo, Mezzafemmina, soprannome della famiglia di suo nonno in Irpinia, dovuto ai lavori domestici svolti, che all’epoca del fascismo era segno di disprezzo, mentre ora è motivo di orgoglio.
Un giorno da leone è una raccolta di episodi, di storie una diversa dall’altra in cui il cantautore svolge il compito del cronista, raccontando in maniera lucida e talvolta cinica la realtà che lo circonda. La sensibilità maturata nella sua professione di educatore lo spinge a portare attenzione a tematiche sociali e impegnate sotto forma di un folk socio-cantautorale che sfocia nel pop, nell’elettronica e addirittura nel rap.
Le sonorità vintage tipiche della musica italiana anni ‘60/’70 fanno da tappeto per la maggior parte delle tracce, da 364 giorni di oblio a L’Italia non è, emblematico elenco dei titoli che secondo la stampa estera non è possibile associare alla nostra patria, che nella frase “Insomma, l’Italia non è un paese per persone normali” sintetizza perfettamente il senso di smarrimento e non appartenenza che permea questo particolarissimo momento socio-politico. Il folk di Mammasantissima (che racconta la ‘ndrangheta vista con gli occhi di un giovane e delle sue illusioni) esprime il massimo del suo potenziale in Piett’ Tonna, canzone della tradizione rurale pugliese. E se il rap di Il giorno dopo, spunto di riflessione sulla dipendenza da internet, stupisce, lo fa ancora di più l’elettronica di Le verità banali, a chiusura dell’album.
In un’intervista di un paio di anni fa su Il fatto quotidiano Guccini spiegava il perché non nasce una nuova leva di cantautori. Sinceramente, non trovo che il nostro paese sia carente di cantautori validi; di sicuro ciò che manca sono le opportunità di crescita e la visibilità che in passato erano invece l’ABC. Ma basta aver voglia di grattare un po’ la superficie per incontrare personaggi come Mezzafemmina che danno davvero un nuovo significato al termine cantautore.
Gli ultimi articoli di Simona Fusetta
- Generic Animal: recensione di Il Canto dell'Asino - November 25th, 2024
- Coldplay: recensione di Moon Music - November 21st, 2024
- Malice K: recensione di Avanti - November 11th, 2024
- Fantastic Negrito: Son Of A Broken Man - November 6th, 2024
- The Armoires: recensione di Octoberland - October 11th, 2024