Mexican Standoff
The Great Cockblocking Experience
(Decibel Records)
heavy metal, alternative
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Nonostante il nome abbia vaghi richiami centroamericani, i Mexican Standoff sono una heavy band milanese nata due anni fa con all’attivo un Ep, Santa Muerte, e questo primo full lenght di suoni heavy e hardcore composto da 11 pezzi cantati in inglese, intitolato The Great Cockblocking Experience. Ti aspetteresti qualcosa con atmosfere sudamericane, e invece no, c’è la sola Panoguia cantata in lingua latina, tutto il resto è una derivazione anglofona dell’alternative metal.
Band che ha girato l’Europa con la propria musica, Fabrizio, Gabriele e Marco raccolgono l’esperienza in tanti gruppi del settore con cui hanno suonato e mettono tutta la loro attitudine al servizio della squadra. I loro riferimenti sono Pantera, Metallica dell’ultimo periodo (quando per ultimo periodo si intende “tutto quello che è uscito dopo il Black Album”), Slipknot, Wasp, un po’ meno a mio parere Hardcore Superstar (Here Comes the Devil, bravi, loro mi piacciono tanto) e Bon Jovi tra gli artisti citati nella loro presentazione (sì, lo so che Anthrax Empress vorrebbe richiamare qualcosina di “vivo o morto”, eh). € vero che i brani sono potenti, ritmati, durissimi, ma sono provvisti anche di un certo mood melodico che li fa digerire bene.
Il fulcro dei Mexican Standoff è costituito da questo prosciugamento di energie sonore derivate da classici dell’heavy rock (Bury Me) inzuppato nell’alternative metal e con una mescolatina di punk, senza per forza guardare al passato con nostalgia, con uno stile pestato e senza fronzoli. Il disco è prodotto in maniera compatta e radiofonica che non snatura l’efficacia delle melodie. Un piccolo lavoro che conferma ancora una volta che certe band con dietro tanto lavoro e passione oggi possono pubblicare album di livello al pari di altri mostri sacri che hanno magari perso col tempo un po’ di freschezza.
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