AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

Melvins: The Bride Screamed Murder

Eccentrici come sempre, forse anche troppo, i Melvins compiono 25 anni, e lo fanno con un disco tutto loro, dalle chitarre assordanti alle sperimentazioni sonore, persino abusando di cori militari e a cappella

Melvins

The Bride Screamed Murder

(Cd, Ipecac Recordings)

sludge metal

[starreview tpl=16]

________________

recensione-melvins-the-bride-screamed-murderIl caldo di questi giorni che anticipa l’estate porta il nuovo album dei preistorici  Melvins, band partita dall’hardcore punk contaminandosi con il grunge, con tanta mania di sperimentare e strafare. Ho conosciuto i Melvins nell’epoca d’oro del grunge quando loro e i Mudhoney lo cullarono appena nato e i Nirvana lo fecero conoscere al mondo, e francamente mi aspettavo qualcosa di diverso.

Il disco parte con un brano sgraziato, The Water Glass, fatto inizialmente da chitarre roboanti fermate dagli stacchi della batteria solitaria, concludendosi con cori da marines in botta e risposta. Il pezzo seguente, Evil New War God, è già più cazzuto, nervoso e infiammato. Il sound sembra Black Sabbath oriented in Pig House, i fans potrebbero essere compiaciuti di essere tornati a sentire i vecchi ragazzacci, del resto c’è da festeggiare 25 anni di attività musicale.

Due sicuramente sono i brani che evidenziano la pazzia musicale generata dai quattro componenti (ora a ranghi ridotti), My Generation, capace di trasformare un pezzo dei Who in una traccia da Rocky Horror Picture Show, e Hospital Up che sembrava un bel pezzo finché non l’hanno concluso con  una folle fuga di piano e qualche trombettina scherzosa.

Inhumanity and Death è il più heavy del lotto, con un ritmo devastante, oserei dire pure oltraggioso. Un’armonica introduce il brano finale, P.G. x 3,  cantato a cappella, finendo con una serie di suoni nonsense della chitarra come fossero ricavati dalla profondità di una qualche cattedrale. A conti fatti i brani che possono piacermi, senza strapparmi i capelli, non sono nemmeno la metà di questo album.

Pur sottolineando che di anni ne hanno molti, che di roba ne han suonata parecchia e che un po’ di rispetto per certa gente non deve mai mancare, mi sento di dire che questi Melvins non mi soddisfano per via di troppe fuoriuscite stilistiche e troppa bizzaria presenti nel disco, ma semplicemente avrei preferito più semplicità oltre al sudore che viene fuori da questo lavoro.

Sito web: melvins.com

Myspace: myspace.com/themelvins

Gli ultimi articoli di Luca Paisiello

Condivi sui social network:
Luca Paisiello
Luca Paisiello
Articoli: 494