Max Casali
Secondo a… nessuno
(Autoproduzione)
pop d’autore
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Max Casali non è certo di primo pelo e ha attraversato il music business italiano con diversi ruoli, dagli anni ’90 ad oggi. Secondo a… nessuno è la seconda fatica del “nostro”, romano anche in alcune inflessioni canore incise su disco.
Che senso ha oggi, anno di grazia 2016, continuare a sfornare autoproduzioni in formato album quando i più giovani al di là di un EP non ascoltano? Che senso ha quando gli steccati per raggiungere una visibilità nazionale (di distribuzione manco parliamo) sono così alti, affidati a YouTube e a linguaggi decisamente altri rispetto a quelli in uso in Secondo a… nessuno? La domanda sorge spontanea, recitava Totò. E non è oziosa aggiungo io. E ha animato i social nella bollente estate (per fortuna) agli sgoccioli rimpallata da un editoriale di un noto magazine.
Sono domande che si ripropongono tali e quali anche per il disco di Max Casali.
Secondo a… nessuno, infatti, è un disco di pop d’autore figlio della lezione di Lucio Battisti, arrangiato come un album dei ’90, con tematiche tra l’ironica analisi sociale e riflessioni squisitamente personali.
Non è un brutto disco, bene inteso, è semplicemente un album che suona vecchio, non vintage, più adatto a un piano bar di inediti o a una piazza di provincia che a qualsiasi air play pop o ascolto casalingo.
Da parte sua Casali ci mette un buon gusto per la scrittura, ma anche un cantato ancora acerbo che si poggia su melodie neanche male, ma dal gusto sanremese dei tempi che furono, doppia voce maschile+femminile compresa. Ed è vero che questo tipo di sound e di arrangiamenti sembrano far parte della cultura musicale italiana del pop d’autore, ma è anche vero che – volenti o nolenti – il mercato va verso luoghi sonori completamente diversi.
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