Marte
Metropolis in My Head
(Libellula Music)
pop, rock
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Martina Saladino, al secolo Marte, ha nelle sue vene il sound delle cantautrici rock americane. Metropolis in My Head è un disco intimo, ma neanche troppo, dal momento che la cantante ha una vera e propria band che l’accompagna all’interno di tutto il suo lavoro.
Una produzione, intendiamoci, che è gradevole ed è anche rischiosa.
Rischiosa, perché Train in a Glass, secondo brano del cd dura addirittura diciotto minuti, aspetto abbastanza inusuale di questi tempi, tranne se non ti chiami Dream Theater o Angra.
Nonostante un rischio così alto, il brano può essere il manifesto di Metropolis in My head grazie a delle melodie ben costruite sulla voce di Marte che prende un po’ dalla Morissette degli anni 90 ed un po’ dai seminali Lush.
Run In parte molto piano, anche se poi non esplode quasi soffocata dalla voce sussurrata della cantante.
In Vain, invece, ha un ritmo più cadenzato, mentre Dark Light riprende sotto certi versi le sonorità che tanto sono care a Bjork. La title track è una ballata quasi notturna e l’ultima You won’t go è il brano più spinto del disco anche se non brilla per originalità.
Ad ogni modo, sintetizzando, per essere un esordio Marte è sulla buona strada. Di spunti interessanti ce ne sono. La maturità artistica verrà con il tempo, magari lasciando da parte alcune influenze americane molto palesi e cercando di concentrarsi maggiormente sulle proprie qualità che non sono poche.
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