Marina Herlop
Babasha
(Aloudmusic)
neo-calssica, experimental, avant-guard
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L’etichetta spagnola Aloudmusic non guarda in faccia a nessuna barriera di genere e, dopo aver pubblicato una manciata di dischi post-rock e il bell’esordio garage-rock dei DobleCapa (ve ne avevamo accennato qui), dà ora alle stampe l’affascinate nuovo lavoro della pianista Marina Herlop, Babasha.
A Marina Herlop basta davvero poco per lasciarci con le orecchie incollate al suo Babasha: voce e pianoforte. Ma questo significa anche che siamo alle prese con un disco che reclama attenzione e dedizione totale, ricambiata con 8 brani – per poco più di 35 minuti di musica – in grado di trasportare l’ascoltatore in un sali-scendi di emozioni e di cambi di umore.
Per la prima volta l’artista spagnola affronta timidamente (molto timidamente) anche qualche effetto sulla voce (memore di Bjork) e l’uso di qualche synth, ma siamo comunque alle prese con un album essenzialmente di piano-music.
Marina Herlop riesce a raccontare in musica in ventaglio di emozioni impossibili da raccontare in altro modo (e men che meno riuscirei io a scriverne in queste poche righe) e lo fa con passaggi musicali che corrispondono esattamente alle aspettative dell’ascoltatore, alternati a passaggi in grado di sorprenderlo e spesso difficili, che necessitano di ripetuti ascolti per essere assorbiti, con la complicità di parti vocali che sono puro suono.
Dissonanze, armonie, variazioni timbriche: sono solo aspetti di un tutto che è qualcosa di più e di diverso della semplice somma delle parti.
A darle la mano un cast d’eccezione: Borja Ruiz come produttore e tecnico del suono (e il disco soddisferà anche gli audiofili incalliti), Mandy Parnel per il mastering (già al lavoro con gente del calibro di Björk, Aphex Twin, Chemical Brothers e Depeche Mode). Da segnalare che Babasha è disponibile anche in edizione limitata in vinile trasparente (oltre che LP, CD e DigitalDownload).
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