Management del Dolore Post-Operatorio
McMao
punk-rock, alternative
(ColorSound indie, MArteLabel)
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Management del Dolore Post-Operatorio è tornato. Si chiama McMao il loro secondo album, che ha debuttato ufficialmente live al Planet di Roma. Con un titolo che provoca il sistema capitalistico che ci governa e con le illustrazioni fumettistiche di Giuseppe Veneziano, il disco segue dopo due anni l’LP d’esordio Auff!, che aveva conquistato sempre più pubblico.
I fan affezionati forse ci metteranno un po’ ad abituarsi ai nuovi brani, arricchiti questa volta da sonorità elettroniche, che con l’aggiunta di un synth in formazione vengono riprodotte anche dal vivo e non stonano nella complessità del loro potente sound inconfondibile.
Tra pubblico nuovo e veterano, l’arma di conquista dei MaDeDoPo resta però il modo di esprimere la loro personale visione della vita e di questa società contemporanea che fa acqua da tutte le parti: la grinta e l’irrefrenabile capacità di scuotere il pensiero contraddistinguono anche il secondo capitolo della loro storia.
I testi di Luca Romagnoli spaziano tra gli argomenti più vari: la religione vuota, l’esaltazione della bellezza semplice, la droga, la corruzione, gli affetti più intimi, la precarietà dei rapporti sentimentali e persino il cinema in decadenza. Tutti temi che con motivi ritmatici e giusti fanno sì che i pezzi entrino direttamente in testa e si possa godere in pieno dei live. E’ infatti sul palco che la loro espressione può trovare terreno fertile per lasciare il segno attraverso il dialogo diretto con il pubblico che si sente coinvolto e partecipe del loro divertimento artistico.
Due brani hanno anticipato il disco della band abruzzese, formata da Luca Romagnoli alla voce, Marco Di Nardo alla chitarra, Luca Di Bucchianico al basso e Nicola Ceroli alla batteria: La pasticca blu, che addirittura ha visto la luce sotto il sole estivo, e James Douglas Morrison, che ha preceduto di qualche giorno l’uscita dell’album, accompagnato da un video che documenta la visita del Management a Sanremo durante il Festival. Le altre nove tracce sono marchiate dal sound punk-rock che si accende con una cantautoriale denuncia presente nei testi. Molte le frasi ad effetto che non si dimenticano: “i versi li scrive la vita/ io li ricopro con la matita” di Coccodè oppure “il destino è un colpo di biliardo / a volte la buca la decidi tu / a volte chiudi gli occhi, tiri e non ci pensi più” di La scuola cimiteriale o ancora altre canzoni che dovrebbero essere citate per intero per la loro potenza espressiva come Il cantico delle fotografie o Requiem per una madre.
D’altro canto però si può osservare come in McMao manchino i picchi di schiettezza e rudimentalità musicale fatta di carica ritmica esplosiva che abbondavano in Auff!. A parte qualche traccia che si avvicina di più al loro primo lavoro, come nel caso di Oggi chi sono, La pasticca blu o Il cinematografo, si sente un po’ la mancanza di pezzi come Nei palazzi, Norman, Signor poliziotto o la stessa title-track. Tuttavia il miglioramento c’è sia dal punto di vista tecnico e del missaggio, svolto magistralmente da Max Stirner Fusaroli, sia per la risonanza positiva che avrà questo nuovo album collocandosi all’interno di una fascia di importanza più ampia nel panorama della musica nazionale.
Possiamo definirlo una nota di colore diverso questo McMao, il cui ascolto lascerà comunque qualcosa di unico e originale e segnerà senz’altro un punto di crescita per la filosofia dei MaDeDoPo che parla attraverso la loro musica.
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