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Mamud Band: recensione di The Monkey Tapes

La nuova versione in sestetto dei Mamud Band convince e con The Monkey Tapes si fa ancora una volta portabandiera di altissimo livello dell’afrofunk.

Mamud Band

The Monkey Tapes

(GoGo)

afrofunk, funk, elettronica, world music

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Ensemble afrofunk con oltre 25 anni di attività, i Mamud Band tornano nella nuova formazione in sestetto con l’album The Monkey Tapes, per dare vita a un sound estremamente personale, una fusione tra musica elettronica e percussioni acustiche.

I brani di The Monkey Tapes si contraddistinguono per un suono che si fa sempre più sfaccettato e ricco di contaminazioni, tra ritmiche funk roots e groove hip hop, dove tutti gli strumenti sono filtrati da un massiccio uso dell’elettronica, che permette di creare tessuti armonici e melodici originali e inaspettati.

La ritmica composta da basso, batteria e percussioni ci fa ballare, i fiati sottolineano i momenti in crescendo e la chitarra e il synth rappresentano fisicamente quel sottile equilibrio intorno al quale si muovono i Mamud Band: la passione per il suono vintage e creativo degli anni ’70 (e quel pizzico di psichedelia che si percepisce chiaramente in Equalization) e l’apertura alla modernità e alla ricerca contemporanea.

L’incarnazione di sonorità (e musicisti) che hanno fatto tesoro della lezione dei grandi del passato, ma che non si sono sedute sugli allori, ma hanno continuato a rincorrere il tempo che passa, per riuscire a parlare il linguaggi di oggi. Per un album estremamente godibile e convincente, suonato alla perfezione, caratterizzato da un’armonia tra i vari strumenti classici ed elettronici che sulla carta parrebbe innaturale.

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Simona Fusetta
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