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Malhkebre: Revelation

I Malhkebre ci illustrano la loro opprimente dottrina nel full lenght intitolato Revelation. Musica oscura nata alle pendici dei Pirenei francesi, black metal ortodosso che si fa strumento di uno stile di vita

Malhkebre

Revelation

(I-Voidhanger records)

orthodox black metal

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[soundcloud url=”https://soundcloud.com/i-voidhanger-records/malhkebre-to-become-or-die” comments=”true” auto_play=”false” color=”ff7700″ width=”100%” height=”81″]

MALHKEBRE_RevelationAvete presente il black metal della seconda stagione, convinto delle sue posizioni come Ned Flanders è sicuro di avere Dio dalla sua? I Malhkebre considerano quella musica e quell’ideologia roba per fighetti annoiati. Che avranno messo nel loro Revelation per superare il nero impenetrabile venuto dal nord? Grida di persone moribonde con sottofondo di ossa frantumate?

No, tenete a bada la fantasia e seguitemi mentre vado a spiegarvi perché secondo me questi francesi si meritano un bel 4 su 5.

Il gruppo nasce a Tolosa nel 2002 e sforna il primo EP nel 2006. Ma solo con Revelation, in uscita per questo 2 maggio, la band si confronta con un full length.

Hanno meditato, teorizzato, messo a punto, e poi si sono presentati al pubblico.

E’ questo il motivo fondamentale del mio gradimento: questo è un album pensato e ben realizzato.

La vera sfida per un artista e riuscire a rendere reale quello che appare nella sua mente,concretizzarlo con le parole, la voce, i gesti, uno strumento. Tutto lo studio quotidiano serve a quello: il corpo deve fare ciò che la mente immagina.

I Malhkebre ci sono riusciti. Poco importa se siano più o meno oscuri dei cugini scandinavi, o se quello che loro presentano come un vero e proprio culto sia davvero tale.

Chi vuole crederci li segua.

La loro musica è nell’apparenza simile a quella nordica nota agli ammiratori del genere – blast beat compulsivo, dissonanze ritmiche, voci disperate e spazi vuoti.

È l’ascolto attento che vi farà entrare realmente nel loro mondo arricchendovi di una nuova esperienza, bella o brutta che sia. Un ascolto che andrebbe abbinato alla lettura dei testi, scritti in latino, francese ed inglese a seconda dei brani e che mi sono stati gentilmente forniti- esempio che consiglio di seguire a tutti i musicisti che vogliono farsi recensire perché aiuta la comprensione reale dell’opera.

Credo che questo sia un motivo più che sufficiente per apprezzare un album: fare un viaggio in un mondo sconosciuto, osservare il dipanarsi di una storia sviluppata con logica dall’inizio alla fine. Chapeau!

 

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Dafne Perticarini
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