Machine Head
Unto The Locust
(Cd, Roadrunner Records)
thrash metal
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Con Unto The Locust, prodotto e mixato dallo stesso Robb Flynn, i Machine Head raggiungono la settima tappa della loro storia discografica.
Un album impegnativo, fatto di sette brani densi e cupi. Segue un cammino complicato, non sempre lineare, che riesce a tenere in sospeso fino alla fine.
La prima parte dell’album è violentissima: a partire dalla concitazione spettrale di I Am Hell, che procede per scontri, i primi tre brani caricano a testa bassa, scuri e aggressivi. Mettono in piedi un tritatutto implacabile con apice in Locust. Quest’ultimo ha anche una linea melodica solida, che prelude ai momenti più introspettivi che punteggiano lo sviluppo successivo dell’album. This Is The End inizia, infatti, sospeso e dimesso, con chitarre acustiche, che crescono poi in modo energico e gradevole a formare un brano nero e teso.
Con una struttura analoga Darkness Within, nudo e amaro, inizia quasi come una ballata, per poi diventare sempre più aggressivo e tagliente, procrastinando il momento dell’inevitabile esplosione fino all’ultimo. La conclusione dell’album è cupissima, con Pearls Before The Swine, potente ma a tratti prevedibile, e Who We Are, introdotto da un’aria da marcetta, con tanto di coro di voci bianche, archi, fiati, elementi che faranno da cornice e filo conduttore anche nel caos dell’eruzione vulcanica che seguirà.
Un album brutale, furioso, che allenta la tensione in pochi momenti, ma che lascia anche qualche spiraglio alla sperimentazione.
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