Luminal
Io Non Credo
(Cd, Black Fading Records/Action Directe)
rock, alternative
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Io Non Credo è il secondo album dei Luminal, prodotto da Cristiano Santini. Il loro esordio Canzoni di tattica e disciplina era stato scelto dagli ascoltatori di Moby Dick (Radio2) come uno dei migliori lavori del 2009, quindi era lecito aspettarsi un lavoro importante.
Lasciatemi dire che la parola chiave nell’avvicinamento a questo disco è stata una sola: sorpresa.
Sorpresa nel ritrovarmi tra le mani un disco prima di tutto bello, attuale e duro. Giusto in tutto: nei suoni, nei testi e nel progetto intero che evidenzia ed esalta i punti di forza del gruppo.
D’altronde gli elementi per sfornare un album importante, stavolta, c’erano tutti: l’esperienza accumulata in questi anni (con palchi importanti), il precedente lavoro archiviato in maniera positiva, i consensi ricevuti un po’ dovunque e l’estro di un frontman pronto a combattere in prima linea con platee ben più mature di quelle affrontare sinora.
La ricetta è completata d a una produzione di livello, con le sapienti mani di Santini che regalano all’album un sapore veramente piacevole. Dopo qualche ascolto gli ingredienti e le premesse presentate dalla band si trasformano in certezze, perché Io non credo è un disco importante, pregno di emozioni e dall’ampio respiro. Un lavoro che, giustamente, punta molto in alto.
La prima traccia Signore e Signori dell’accusa apre il sipario sull’oscura visione del mondo dei Luminal (“C’è qualcosa nel mio corpo, muove le mie mani e finisce solo quando muoio…non so che cos’è, sta lontano da me!!”). Il sound melodico dall’attitudine punk unito ad un cantato nervoso e dalle forti tinte emozionali attacca addosso la voglia di andare avanti con il disco. Quando il basso detta la giusta via e la voce di Carlo Martinelli esplode, i risultati sono garantiti: la struggente Non è finita Baby Blue regala sprazzi di classe non comune.
L’esplosione musicale che si muove tra punk, rock e noise viene talvolta smorzata con dei tratti melodici che donano un tocco romantico (e mai banale) alle canzoni del gruppo.
Proseguendo nel disco, il sound prende consistenza; allo stesso tempo (canzone dopo canzone) aumentano anche le mie convinzioni. Un lavoro sorprendente del quale sarebbe impossibile non dire altrimenti: la personalità del gruppo esce fuori dal disco in modo prepotente.
Tante idee e troppe cose da dire. I Luminal rigettano su disco le loro emozioni, urlando il loro dissenso (“Io credo nella mancanza io credo nella colpa io credo nell’equivoco” da Io non credo), Carlo traccia un percorso che idealmente era stato iniziato da band che tanto ci avevano dato in passato(C.S.I e Marlene in primis). Equilibri flebili, armonie deliziose. Noise, punk, rock e tanta, tanta Italia (solo un certo tipo).
Il nichilismo dei testi emoziona e fa riflettere, irresistibili quando rallentano sulla ballata elettrica Niente di speciale (con tanto di violini), magici quando si fermano a scrutare l’altrove ne Il Giorno sulla collina (notevole il crescendo finale). Il viaggio si conclude con la meraviglia Tutti gridano è finita, dolce e nostalgico saluto della band. Noi stiamo già in fila per il prossimo.
I Luminal sono, di fatto, una band italiana che aspetta solo di essere scoperta e amata.
Questo lavoro merita tutta l’attenzione di questa sonnacchiosa nazione, perché è un disco veramente grande.
E con questo credo di aver reso l’dea di quello che vi aspetta. Io un pensierino ce lo farei, per non rischiare di perdermi un disco, che finirà sicuramente tra i migliori italiani dell’anno.
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