Luca Bretta
Disconnesso
(R)esisto
canzone d’autore
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Più a lato della schizofrenia di Bugo Stonato, La mia cameretta, Niente da fare, abbastanza vicino alla gattona ingenuità urbana di stralunati Jovanotti prima maniera, Pezzali, Samuele Bersani La solita storia, Una serata diversa. Prima o poi.
L’idea musicale di Luca Bretta – cantautore last generation – racchiusa nel suo disco Disconnesso è quella di dimostrare che “canzoni di ordinaria gioventù” possono talvolta – e qui lo fanno – lasciare un qualcosa che istiga al doppio lavoro il tasto repeat dello stereo di turno, un disco questo che spazia nella propria intimità, area fisica, amori e sfighe quotidiane generazionali con l’agrognola energia di uno yo-yo pop-rock striato di elettronica che gira e rigira va a finire che ti cattura fino al midollo.
Una bulimia di suoni (10 tracce e 4 bonus) sorreggono l’ascolto, una radiofonicità costante mischiata a colori, spensieratezza, dubbi e pensieri che fanno la piccola colonna sonora per rimettere in sesto (magari) una giornata per nulla sgargiante fino a sollevarti e disegnare un smile raggiante.
Luca Bretta ci dà sotto, ha un propellente finto fancazzista che invece tocca le corde emozionali e che- anche se non inventa nulla che sia nulla – riesce a sintonizzarsi bene con ascolti smaliziati, con realtà contemporanee Lei mi fa girare.
Panacea per palinsesti in FM.
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