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London Underground: Honey Drops

Per gli amanti dell'hammond e delel sonorità vintage arriva l'imperdibile Honey Drops dei fiorentini London Underground

London Undergound

Honey Drops

(Cd, Musea Records)

acid pop, psychedelic, blues, progressive

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London Underground Honey DropsPer gli amanti delle sonorità vintage e delle soundtrack dei film anni ’70, ecco arrivare da Firenze i London Underground con le loro gocce di miele.

Formatisi nel 1998 e scioltisi nel 2004, dopo 2 album, i London Underground si riformano nel 2008 con una nuova formazione che vede il solo Gianluca Gerlini fra i componenti iniziali della band.

Il sound proposto in questo Honey Drops è come nei lavori precedenti fortemente basato sul suono dell’Hammond e il primo paragone che potrebbe venire in mente per un neofita del genere sono i Calibro 35, anche se da segnalare è che questi London Underground sono arrivati ben prima.

Nell’album, quasi interamente formato da cover, troviamo spunti del sound acid-psichedelico tipico della fine degli anni ’60 in terra d’Albione.

Si parte con la breve Fanfare, subito incalzata dal classico Ellis Island e da una prima versione di Jive Samba di Adderley, presentata in un mood molto jazzato.

Honey Drops, primo dei 3 inediti presenti nell’album, è uno dei brani di punta con i suoi 6 minuti di rock progressivo.

A seguire giunge la malinconia di John Barry, con il tema di Midnight Cowboy, film che in Italia uscì col titolo “Un Uomo Da Marciapiede”.

Con Faster And Faster si ritorna alle ritmiche accellerate e all’hammond dell’ottimo tastierista Gerlini.

Arriva poi la sorpresa che non ci si aspetta, con la rivisitazione di Dharma For One dei Jethro Tull seguita da Queen St. Gang della progressive band inglese Uriel, conosciuta anche col nome di Arzachel.

St. Helens è il secondo inedito di questo Honey Drops ed è sospinto da suoni aciduli e psichedelici che catapultano direttamente alla fine degli anni ’60.

Seguito ideale è la favolosa Norvegian Woods dei Beatles, riproposta in una suite di quasi 8 minuti che lascia a bocca aperta fino al finire del brano.

In chiusura il terzo inedito Waiting For The Lady e la seconda versione di Jive Samba, questa volta molto più funk e meno jazz.

Sicuramente questo Honey Drops si farà notare nella nicchia dei cultori specifici di questo genere, ma potrebbe paradossalmente attirare anche nuove generazioni giunte all’ascolto di questo sound con i Calibro 35 che, nello scorso 2010, hanno fatto furore anche in un ambito più indie rock.

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