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Livida: Io Non Ho Paura

L’atteso ritorno dei Livida: con Io Non Ho Paura la band ammorbidisce i toni senza abbassare il volume e propone un rock melodico moderno e graffiante

Livida

Io Non Ho Paura

(Vrec)

rock

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recensione Livida- Io Non Ho PauraSono passati davvero tanti anni dall’esordio dei Livida, band che mi aveva impressionato quando venne pubblicato il loro omonimo album, ed eccoli tornare con Io Non Ho Paura, disco di nove canzoni rock davvero belle, melodiche e dai piacevoli suoni graffianti. Di quelli che si riversano nella stanza tra l’alternare di brani dissimili tra loro con un songwriting che non trovi in molte realtà musicali nostrane.

I Livida all’esordio ottennero diversi consensi sulle riviste di settore tanto da essere accostati cautamente ai Negrita. Recensioni più che positive su diversi portali di musica, ma poi qualcosa è andato storto, non certo per colpa loro, ma per l’inadeguatezza di chi avrebbe dovuto prendersi cura del gruppo e supportarlo. E’ tutto raccontato nel libro “Il Rock è Morto?” dove il singer Devis Tagliaferri viene intervistato mettendo a nudo le difficoltà riscontrate da una band che ha dovuto fare dei grossi sacrifici per rialzarsi, e come i Livida nel libro sono narrate anche altre storie di musica emergente. Ma adesso basta, capitolo chiuso, si volta pagina.

 

Io Non Ho Paura è un disco più solare e leggero, addolcito rispetto a quell’ottimo debut album ripieno di grunge, lo si avverte fin dalle prime battute di Ostinatamente, brano rock che canta di orgoglio, di attesa, di voglia di volare. Si prosegue con 7 Lacrime, Mia, Caro Steven, canzoni dove la Les Paul di Ivan Bandini ricama riff travolgenti e ritmiche lineari, ritagliando sonorità fresche e ballabili con arrangiamenti curati nei dettagli, giocati sulle cadenze istintive della batteria interpretata brillantemente da Enrico Liverani.

Le canzoni scivolano raggianti e orecchiabili, ma il brano migliore del disco è Puoi, con questo riff alla Mark Tremonti ai tempi dei Creed, strofe smorzate in ottave e poi fulgori sonici a tutt’andare. Un brano semplice, di grande potenza e atmosfera, che ti rimane in testa, e non sarà il solo. La band lascia andare le chitarre su altri brani vigorosi come Mattanza e S.W.A.T., il primo cavalcato dal basso saturo di Andrea Mazzotti, nell’altro si pompa feroce alternative metal con sonorità distorte che non sporcano mai il brano.

Non stiamo parlando però di una band rumorosa: vero che i Livida suonano forte, suonano grunge ma suonano anche pop rock riuscendo a trovare qualche punto di incontro con l’intimismo nella romantica 21/9 che racconta il difficile distacco tra due persone, o il brano che dà titolo al disco, Io Non Ho Paura, un meraviglioso pezzo di grande poesia e emotività, una canzone d’amore dalle tinte malinconiche e delicate, definita da docili arpeggi, riff soavi e un finale vibrante con un songwriting che concretizza il carattere della band dallo spiccato spirito cantautorale.

L’elettronica è minimale giusto per riempire di sottofondi le nove tracce, la produzione è di alto livello, la capacità vocale di Devis rapisce canzone dopo canzone: qui abbiamo quattro musicisti che tirano fuori i suoni come Dio comanda in una scaletta variegata e multiforme, è questo il motivo per cui Io Non Ho Paura è un album che non soffre mai di stanca fino all’ultima nota. Già immagino che sul palco, insieme al primo disco, questi nuovi brani dei Livida comporranno una scaletta che spacca.

Dicevo prima del buon esordio, delle recensioni positive eccetera eccetera. Bè, la band in questi anni ha partecipato a diversi concorsi, vincendoli o arrivando in finale, trovando applausi da Sanremo Rock a Emergenza Rock, oppure al MEI e a Rock Targato Italia. Piazze che di musica emergente e indipendente ne masticano a pranzo e a cena, un biglietto da visita che la dice lunga.

Sito web: livida4.wixsite.com/livida

 

 

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Luca Paisiello
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