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Linkin Park: Living Things

I Linkin Park esplorano una dimensione sempre più orecchiabile e commerciale in Living Things, un disco che comunque non sbaglia quasi mai

Linkin Park

Living Things

(CD, Warner Bros/Machine Shop)

alternative metal, nu metal, electro rock

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Linkin Park- Living ThingsUn disco tanto atteso quanto criticato, tanto maturo quanto differente: Living Things è il quinto album in studio dei Linkin Park, a due anni dal precedente A Thousand Suns. Al suo interno, molte novità, qualcuna vista come un passo indietro, qualcun’altra riconosciuta come evidente progresso.

Il trittico iniziale è davvero irripetibile: infatti, aprono il synth distorto dell’efficace Lost In The Echo, la grintosa e rabbiosa In My Remains e il collaudatissimo primo singolo estratto Burn It Down. La seguente Lies, Greed, Misery è la traccia più sperimentale e interessante dell’album; dopo I’ll Be Gone, il ritmo di Castle Of Glass risulta piuttosto estraneo al loro universo; ci pensa l’elettronica a far esplodere l’hardcore punk di Victimized, un pezzo vicino ai The Used più recenti; la tristezza del carillon di Roads Untraveled lascia il passo alla ruvida Skin To Bone, e questi due brani sembrano trovare una sintesi perfetta nella seguente Until It Breaks. Dopo l’intermezzo Tinfoil, chiude il profondo e intimo addio di Powerless, storia di illusioni e sogni infranti.

Sicuramente un disco dal fortissimo impatto radiofonico e pop (nel senso commerciale del termine), piuttosto distante dall’intento concettuale del precedente lavoro: melodie di facile ascolto, ottimo uso dei synth e dell’elettronica. Forse questo pregio per le classifiche può di contro rivelare un distacco dallo spirito innovatore proprio del loro nu metal che li ha sempre spinti a cercare nuove strade. Bennington e compagni hanno raggiunto una matura prevedibilità: nonostante i motivi orecchiabili, la semplicità delle composizioni è solo apparente e nasconde infatti una maggiore esperienza e consapevolezza.

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Marco Buccino
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