Lingalad
La Locanda del Vento
(Cd, Lizard Records)
folk, rock, progressive
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Arrivano da Bergamo i Lingalad ma per fortuna non cantano in dialetto.
Il loro folk affonda le radici non in Lombardia, ma nelle terre dei Celti, rendendo piacevolmente “già sentita” la loro miscela musicale, senza per questa rovinarne la piacevolezza.
La Locanda del Vento è una raccolta di storie nel senso più ampio del termine; i Lingalad cantano episodi, racconti, amori e bravate così come si potrebbero ascoltare in una locanda dei tempi che furono.
Leggo che i Lingalad nei primi tre dischi si sono ispirati a Tolkien e ai suoi mondi fantastici: stavolta invece l’ispirazione è più “terrena”, ma lo stesso vicina ai cantastorie di perduta memoria.
La Locanda del Vento è un piacere di altri tempi, pur suonando piacevolmente attuale; in questo senso Gli Occhi di Greta è forse uno degli esempi più riusciti dell’album, che perde un po’ di freschezza quando vira verso il progressive, troppo semplificato per eccitare gli appassionati e – allo stesso tempo – distraente per chi invece si è lasciato prendere dalla freschezza melodica e narrativa di questa raccolta di belle storie portate dal vento.
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