Letlo Vin
Songs For Takeda
(Autoproduzione)
folk
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Una voce, un folk apocalittico e un suicidio: sono questi i tre punti cardine di Songs For Takeda disco di debutto di Letlo Vin, cantautore milanese la cui musica prende spunti dal folk, dal country e dal soul anni ’60, ispirandosi ad autori come Leonard Cohen, Bon Iver e Johnny Cash.
L’artista milanese (voce, chitarra acustica, classica ed elettrica, ukulele, tastiere) è accompagnato in questo concept-album da Gianluca Buoncompagni (basso, cajon, stompbox) e da Lorenzo Raimondi (chitarra elettrica, ukulele, flauto traverso)
Songs For Takeda, che è stato concepito in cinque anni, è suddiviso in tre parti : i primi due brani parlano nella persona di Takeda, prossimo al suicidio. In tutti gli altri restanti c’è la descrizione delle vicenda, il funerale, e le impressioni sofferte di una persona che vede volare via il suo amico. Nell’ultima parte l’autore chiude l’album con due righe emblematiche “You’re so far away/but it’s ok”.
Il tratto che unisce le dieci tracce del concept è il tono apocalittico e sofferente: Letlo Vin riesce a incarnare vari stati emotivi, cambiando registro all’occasione. Il tono si fa solenne nella spirituale Rusty World’s Seeds, fatale nella filastrocca desertica e allucinata alla 16 Horsepower di Roll Over My Devils, disperato in Brix, sofferente in Friday Night, nostalgico nell’intenso crescendo di Blue Xmas Time, malinconico nella evocativa ed onirica Takeda.
Dall’altro canto la musica è spontanea e sincera, lontano dall’artificialità delle classiche produzioni di questi anni: è una musica (il suo folk) che proviene direttamente dall’anima nuda e cruda. L’apice di questo squarcio interiore è sicuramente So Far Away, chiusura di Songs For Takeda. La voce (che ricorda quella di Jònsi dei Sigur Ròs) intona soltanto due frasi che racchiudono lo stato d’animo dell’autore: da una parte c’e la fragilità per la dolorosa scomparsa del caro amico, e dall’altra la forza per non arrendersi e guardare avanti.
I brani hanno tutti un’identità ben precisa e persino nelle composizioni più deboli, come Your Mama Saw You There, in un modo o nell’altro Letlo Vin riesce a cavarsela: un buon album per un talentuoso musicista.
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