Les Touches Louches
Il Grande Incanto
(Cd, Autoproduzione)
jazz, swing, folk
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E’ in punta di piedi che i Les Touches Louches entrano sulla scena, accompagnati dal tintinnare di un carillon che schiude le porte ad un’orchestra di musica, magia e parole. Il gruppo bolognese composto da Daniele Cangini, Claudio Cadei, Simone Marcandalli e Gian Paolo Faella ha da poco presentato la sua nuova opera: Il Grande Incanto e, ad onor del titolo, non smentisce affatto le aspettative.
E’ un vortice di note e freschezza, quello che si schiude da questa nuova opera, in cui la voce graffiata di Claudio, a volte, pare camminare con lo stesso ritmo dello stridore acuto del violino, altre volte, invece, si fa spazio accompagnata dalla forza di una chitarra che non concede alcun ripensamento.
Le sinestesie che nascono sono plurime e in continua evoluzione. Se nella terza traccia, In terra Manouche, pare concretizzarsi la furia jazz di Django Reinhardt subito dopo sono le parole, spesso ermetiche, anche se fortemente simboliche, a riallacciare le fila di un discorso che vaga tra l’onirico e i racconti di un cantastorie acchiappato dal fascino dei popoli gitani.
Giocolieri con le parole e artisti con le note, i Les Touches Louches articolano una poesia composta da 11 canzoni, incrociando spesso il fascino duro di Paolo Conte, altre volte invece il fare bohème di Capossela. Altamente suggestivi, il loro effetto si manifesta all’istante: basta chiudere gli occhi e immagini fantastiche prendono vita, acquistando plasticità. Se non funziona sarà solo colpa dei limiti imposti dalla vostra immaginazione!
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