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LED: L’Irriverente

Irriverente è il nuovo progetto musicale dei LED, che fanno musica senza porsi limiti creativi ma affidandosi a un suono ricercato, maniacale, attento e mai banale

LED

L’Irriverente

(Chains)

post-rock

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led-recensione-irriverenteLa scintilla dei LED scatta nel 2015, con la collaborazione artistica tra Max Tordini e Marco Mangone decisi a chiudersi in studio e uscirne solamente a progetto concluso. Così è stato, vittoriosi e goliardici ufficializzano il nuovo EP intitolato l’Irriverente.

Irriverente nasce dall’incontro tra due persone, dall’esigenza di allontanarsi dall’idea di gruppo tradizionale e sperimentare qualcosa di diverso e musicalmente mai percorso, complice l’idea comune di non darsi dei limiti creativi ma di affidarsi al suono ricercato, maniacale, ossessivo, attento e mai banale.

L’album, registrato a Vigevano sotto la guida della produzione artistica di Fabio Capalbo e Francesco Caposso, risulta essere un lavoro preciso e attento, in cui la ricerca del giusto suono è stata fondamentale affinché tutto suonasse come congegniato dalla band.

La forma mentis dei LED è chiara e lineare: produrre un determinato genere musicale che ha sapore di post-rock abbinato ad un sano mood elettronico.

L’Irriverente è un disco difficile da collocare. Così voluto dai LED, i quali lo considerano un vero e proprio progetto artistico, un percorso che viaggia su fili emozionali cupi ma che sanno essere trasformati traccia dopo traccia in melodie al limite del pop elettronico. Il tema rimbalza negli angoli della vita, passa attraverso la morte di un affetto, alla perversione del genere umano che gioca con l’informazione, con lo spettacolo, con il sesso.

La tracklist è composta da 5 tracce ben legate tra loro con coerenza, metodologia e logica, così da sembrare una lunga storia narrata, divisa da piccole pause come fossero riflessioni. Profonda cura dei suoni e buon gusto nell’utilizzo dei fiati, la voce echeggia soave, a volte troppo, ma che riesce a colorare ogni brano in maniera differente senza mai perdere qualità alcuna.

Chitarre sature che restano sempre un passo indietro, elettronica misurata e sessioni ritmiche incisive ma delicate. Tutto il disco sembra fare spazio ai testi e alle melodie della voce, che a volte risultano monotone come in Naoki, altre estremamente incisive in Prima Tv.

Testi crudi e densi che raccontano di lutto, di disumana umanità, di vita e d’amore.

Brani decisamente considerevoli come in 9.30 e Curami, i quali mostrano il volto migliore e maggiormente ispirato di questa band.

Tallone d’Achille risulta essere il brano Tangenziale con l’esperimento strumentale che fa da chiusa all’album, nel quale non si comprende bene a fondo l’intento dei LED e su cosa si voglia andare a parare.

Ma in fin dei conti quello che interessa ai LED è fare la musica che più piace a loro, impegnando così la mente e incendiare il tempo.

Poco importa se questo pensiero possa sembrare troppo Irriverente.

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Marco Capone
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