Le Sigarette
La Musica Non Serve A Niente
(Costello’s)
pop
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Tornano dopo 2 anni Le Sigarette con il nuovo album dal titolo provocatorio La Musica Non Serve A Niente. Il nuovo lavoro segue il fortunato 2+2=8 (2015) e 2 anni di tour con un centinaio di concerti in giro per l’Italia.
Il duo romano si ripresenta più in forma che mai, batteria, chitarre e voci, Jacopo Dell’Abate e Lorenzo Lemme.
La title-track è una sorta di inno che in una ritmica sfrenata che sa quasi di irriverenza srotola bene quelle che sono le intenzioni di questo lavoro nell’ormai storica contrapposizione tra i sempre più bistrattati musicanti e i tiratissimi dotti, medici e sapienti che, in qualunque prospettiva la si riproponga, non mi lascia mai il minimo dubbio sulla parte in cui schierarmi. Carina la trovata del videoclip, in cui la batteria funziona a gettoni.
Siluro ha un approccio un po’ più distorto ma, per contro, un ritornello quasi radiofonico .
No, Le Sigarette non sono il mio genere, però questa inondazione ritmica mi incuriosisce.
“La scelta di scrivere prima la musica è nata dall’esigenza di suonare, di creare rapidamente e di non perdere tem- po. È stato liberatorio e ci ha aiutato a staccare la spina dai tanti impegni che avevamo con i live del tour di 2+2=8. Poi abbiamo montato le strutture dei brani e le linee vocali. I brani stavano già in piedi, c’erano le parti cantate ma non c’erano le parole. Il momento di scrittura dei testi è stato l’atto finale di tutti i brani, a quel punto c’è sta- to bisogno di molta delicatezza, avevamo ormai tutto chiaro ma ci mancavano le parole per dirlo, abbiamo dovuto aspettare che arrivassero. Li abbiamo inventati e fatti crescere e alla fine hanno imparato a parlare”.
Il secondo singolo, Bicicletta, è un attimo di riflessione in un percorso fin qui frenetico.
Ne approfitto per andare a sbirciare la copertina sulla quale ops, c’è una sigaretta che a entrambi i capi ha il filtro.
“Privare un oggetto della sua utilità ci fa improvvisamente rendere conto di come funzioni e del perché esiste. Questo il concept dietro l’artwork della copertina che vuole rendere manifesta questa sensazione di inutilità, la stessa che si può provare paragonando la musica alle cose concrete che muovono le nostre vite”.
Non Peso Niente fa ripartire la solita velocità quasi irrefrenabile.
E poi c’è un brano che necessariamente attrae perché si intitola Vaffanculo e la chitarra elettrica che lo apre è fastidiosa come una qualsiasi delle incazzature che Lorenzo si è preso durante il suo cammino artistico, che qui esterna con grida lancinanti alla ricerca di una personale giustizia che, sin qui, non ha ancora visto, parappappero pappà.
Loro sono di Roma, l’ho detto?, sì l’ho detto. Certo il delirio sul Raccordo non aiuta e allora, sulle parole che pronunciano questi musicisti un po’ controcorrente, vado a riascoltarmi Siluro perché di questo pezzo dicono “Vivere a Roma è tostissimo, è divertentissimo, è pesantissimo, è tutto sempre così issimo. Ti può capitare di perdere la pazienza o di essere nervoso o di essere euforico in ogni caso è una città che stressa. Questo è un brano che si chiamava ‘nevrosi’, finché Lorenzo non si è inventato il ritornello con il lancio ‘spaziale’. Per fortuna la fantasia ti fa volare via dove vuoi!”.
Già. Per fortuna la fantasia ti fa volare via. Dove vuoi.
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