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Lange: Harmonic Motion

Grande attesa per l’eclettico secondo lavoro in studio del dj/produttore inglese e, come recita il titolo, Harmonic Motion, il movimento è armonico

Lange

Harmonic Motion

Cd,Digital/ Lange Recordings

techno, trance

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Lange- Harmonic MotionUna delle figure più carismatiche della scena trance attuale è il dj inglese Stuart Langelaan, in arte Lange, che però è solo uno dei suoi tanti pseudonimi, difatti ha prodotto sotto altri nomi tra cui: Firewall, LNG, Off-Beat e altri ancora.

E questa è una caratteristica che accomuna la old skool di dj degli anni ’90, famiglia artistica a cui Stuart appartiene.

Egli esordisce nel ’97, dove alcuni dj di fama internazionale come Paul Van Dyk e Judge Jules lo notano per i suoi brillanti remix e lì comincia la carriera.  Lavora ad alcuni remix di artisti come Faithless e Pet Shop Boys, ma anche a Protect Your Mind di Dj Sakin & Friends.

Oltre ai remix sopra citati, inizia a sfornare hit che infuocheranno le Uk top charts, tra cui I Beleive, Follow Me, Drifting Away.

In epoche più recenti registra Better Late Than Never nel 2007 e l’anno dopo lancia il suo programma radiofonico: Intercity; che rapidamente diventa un punto di riferimento per i fans e per la scena trance attuale.

L’ultima tappa del suo percorso artistico è Harmonic Motion, uscito qualche mese fa e subito acclamato con grande entusiasmo.

L’album inizia con la title-track Harmonic Motion, che è uno splendido archetipo della visione sonora dell’artista, nella quale melodia e groove sembrano ballerini di danza classica, che volteggiano insieme, compongono intricate figure e si incastrano perfettamente l’uno nell’altra. Molto bello il suono di synth scelto, quasi un ronzio, e come esso si srotola lungo tutto il brano, alternandosi alle melodie sempre di ottima fattura.

La traccia numero due è High Noon, che rivela l’ampio spettro di influenze di cui l’album è intriso, dove, a fianco di melodie più uplifting troviamo suoni più vicini al bleep and bass e all’acid. Il tutto ben amalgamato da una base ritmica che spinge il giusto, calibrata alla perfezione.

In sequenza troviamo il singolo che ha trainato l’album, ossia Live Forever con la prima delle svariate collaborazioni d’eccellenza, ovvero la vocalist australiana Emma Hewitt e la sua seducente voce. La base è quanto mai “tecnologica”, non manca però di una freschezza autentica e si avvicina molto al suono epic trance contemporaneo. E’ anche stato il singolo che ha trainato l’album ed è un saggio dell’eccellenza di Harmonic Motion.

La traccia n. 4, How Long, invece è una maestosa traccia strumentale, dove le solenni e orchestrali melodie sono la conversione binaria di emozioni senza tempo, semi-sospese tra ansia e follia.

In sequenza abbiamo All Around Me, combinato superbamente con i vocals di Betsie Larkin, songwriter di New York. Il ritmo rallenta leggermente, solo per rendere più fruibile la sensualissima voce di Betsie. Bellissimo frammento che si incastra perfettamente nel panorama attuale.

Merita anche il brano successvo dal nome impronunciabile: Wie Komme Ich Am Besten Zum Banhof Bitte. Inizia abbastanza leggero, con un sottofondo di maracas elettroniche, e poi si avviluppa in un crescendo di tensioni prima sospese e poi risolte, con suoni che si increspano come le onde del mare in tempesta, per poi tornare calme a infrangersi sul bagnasciuga.

E c’è molto altro, tra cui Let It All Out con Sarah Howells, la cui voce sembra modulata con un oscilloscopio, appena viene unita al ruggente pattern di synth. Trasmette relax e un senso di pace intensa, potrebbe essere quasi un brano chill-out per aiutare i nightclubbers a riprendersi dopo le fatiche di una serata intensa.

In realtà ogni brano contiene influenze diverse. I restanti mi limito ad elencarli: Angel, Fireworks, Scifi Hero, Strong Beleiver, Clouds Across The Sun, All Around Me Reprise. Superfluo affermare che tutti meritano un ascolto intenso e attento, per poter cogliere tutte le sfumature che, come un buon artigiano attento ai dettagli, Stuart ha inserito nell’album.

In chiusura si può dire che l’album è maturo, fruibile, grazie anche alla scelta di bilanciare i brani cantati con i lavori strumentali. Il risultato è una tela dove gli infiniti tratti della trance, dalle influenze techno delle origini alle sonorità tecnologiche tech house e tech trance, si dispongono in maniera uniforme. E le barriere cadono, sotto i colpi di un uomo che ha saputo mettere la parola originalità di fronte agli stili ai quali era più legato per trasformarsi e cambiare pelle.

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