La Tosse Grassa
TG4
(Autoproduzione)
demential pop
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Nell’anno in cui mi sono concesso una vacanza nel Conero, non ho potuto fare a meno di visitare la dimora del sommo poeta Giacomo Leopardi e sbirciare l’Infinito dalla collina di questa cittadina. Ovviamente con gli Hardcore Superstar sparati nelle orecchie in sottofondo, giusto per sottolineare il momento poetico che stavo attraversando. Se credete che Recanati nasconda ancora oggi distinti aedi contemporanei, La Tosse Grassa con TG4 vi saprà dimostrare il contrario.
Vanni Fabbri è il personaggione dietro allo pseudonimo che leggerete sulla copertina del disco, omone barbuto proveniente da Recanati capace di creare un Culto all’inizio del 2011, arrivando a ben 4 Sermoni raccogliendo un nutrito nugolo di fedeli, contornato sul palco dal Radical Macabre Tanzkommando, una “guardia d’onore” che si esibisce in danze grottesche durante le sue funzioni.
Recensito su questa ezine musicale dai miei colleghi Andrea Bettoncelli e Ivonne Ucci ai tempi di TG2 e TG3, il nuovo capitolo della sua autoproduzione introduce ancora una volta i brani con due – tre formule di rito: testi dissacranti e goliardici dal contenuto esplicito, intro di organo da celebrazione eucarestica contornate da disturbi dance o chitarre metal (Lutto Nazionale) e campionamenti di vecchi brani piuttosto celebri.
Ne è un esempio Just Cavalle, dove la Tosse Grassa miscela Save A Prayer dei Duran Duran, A Forest dei Cure, We Will Rock You dei Queen, Le Freak dei Chic e scomoda anche Michael Jackson e la sua Beat It. Un pastrocchio su cui la sua ugola stona sulle basi altrui componendo una qualche canzone nazionalpopolare infarcita da tematiche quotidiane, in questo caso quel cesso della moglie che s’è levata dalle balle e il vizio del gioco a rimpiazzarla.
Afoto Patomba mescola la famosa sigla di 90° Minuto di Herb Alpert & the Tijuana Brass con Marylin Manson, Blondie e la sigla televisiva di Doctor Who.
Come prendere sul serio La Tosse Grassa, allora? Semplicemente come un divertissement con cui staccarsi ogni tanto. Non è Battisti e nemmeno Elio, il disco può essere usato in una serata tra amici in cui indovinare gli ingredienti che compongono i dodici brani del disco. Può avere controindicazioni, leggere le istruzioni contenute nel foglio illustrativo prima dell’uso.
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