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La Moncada: Nero

Tornano i piemontesi La Moncada con Nero, il loro secondo album. Del buon e sano rock italiano a metà tra Negrita ed Afterhours

La Moncada

Nero

(Goat Man Records)

rock

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recensione-La-Moncada- NeroA metà tra Negrita ed Afterhours: La Moncada con Nero, l’opera seconda, approfondisce l’approccio ad un certo rock alternativo vecchio stile e ad un forte ed acido cantautorato.

Un rock aspro dalle venature blues, sonorità ruvide che infliggono una bella scossa alla coscienza di chi è all’ascolto. Se poi ci aggiungiamo i toni foschi, le tonalità scure, le sfumature d’acciaio delle parole, il colpo si avverte quasi fisicamente. Anche i pezzi più placidi come Scivoli via, “ballata” quasi romantica e malinconica, contengono una certa rabbia di fondo che trapela ad ogni singola nota e che non riesce ad ammorbidirsi.

Nero è un disco d’impatto, del buon, sano e semplice rock, senza particolari fronzoli, coronato dalla voce rude ed accattivante di Mattia Calvo. Il gruppo piemontese con questo secondo capitolo si impone con decisione sulla cosiddetta scena indie italiana. Una bomba a mano che descrive, per l’appunto, un periodo nero della nostra storia.

Dalla misteriosa e agguerrita Robocop, azzeccata opening track, alla più dolce ma non meno iraconda La Cena, traccia che chiude il fuoco della mitragliata de La Moncada, Nero va ascoltato tutto d’un fiato. Un buon ritorno per i cinque di Fossano.

Un buon album con del buon rock made in Italy. Accendete le vostre casse con l’incendio de La Moncada.

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Francesca Marini
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