La Metralli
Qualche Grammo di Gravità
(CD, Autoproduzione)
alternative, folk
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Qualche Grammo di Gravità arriva a 2 anni da Del mondo che io vi lascio, l’album d’esordio de La Metralli, il gruppo modenese che si definisce “Avantique”. Definizione originale e provocatoria che ben riassume la volontà di fondere mondo antico e moderno, ma anche tonalità melanconiche ed ironiche, cultura mediterranea e sperimentazione musicale.
La prima cosa che colpisce ascoltando il nuovo album de La Metralli è la potenza della scrittura. Una scrittura che sceglie parole forti, che ha voglia di comunicare, arrivare dritta al petto. Una scrittura che è anche alla costante ricerca di nuove immagini e luoghi inesplorati, attraverso cui ci si lascia trasportare dalla voce di Mieke Clarelli, la cui intensità ricorda quella di Nina Zilli.
Una ricerca di immagini intensa, a volte addirittura estrema, verso cui si è guidati, oltre che dalle parole, anche da tutti i suoni che attraversano il disco. Sonorità limpide e sofisticate, talvolta inaspettate, cariche di passione ma anche di ironia.
Più variegato rispetto al primo album, in Qualche Grammo di Gravità il gruppo alterna ritmi e sonorità diverse in accordo con gli stati d’animo che vuol rendere musica.
In Ruggine e carne, forse il brano maggiormente legato ai lavori precedenti, si ritrovano i ritmi tangheri ma anche qualche cosa in più. E’ una canzone in cui si parla di tango e desideri ma non solo. La Metralli vuole svegliarsi dal “sonno del senso” o “fondere la gola a colpi di beatitudine”.
Sperimentazione linguistica che, accompagnata dai suoni, risulta essere potente, divertente e provocatoria.
Un album che è una costante e totale ricerca: La Metralli osserva, si interroga, si illude, si disillude, si rinnamora.
Un disco che cerca di essere una metafora musicale della vita di ogni uomo, quella vita che si svolge tutta all’interno di noi stessi e si culla nel mondo con qualche grammo di gravità…
“ho cercato con la mia stanchezza i miei grammi di gravità” (Senza formula)
Notevoli sono soprattutto Piovevo e Sognando senza denti, due ballate delicate ma di forte intensità e spessore riflessivo.
Quello che viene fuori da questa ricerca è un album interessante, decisamente più maturo rispetto al primo lavoro. L’unico rischio è quello di poter risultare di difficile comprensione. Forse però proprio perché nella crescita accade spesso che ci siano tante cose da comunicare ma sia molto più complicato essere compresi davvero.
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