La Methamorfosi
Guai
alternative rock, grunge
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Ho sempre pensato che certe cose del passato te le porti appresso per sempre, come una seconda pelle.
Alcune cose arrivano in profondità e resistono alle intemperie del tempo, come un impregnante che ridà lucentezza e respiro ad un vecchio mobile in legno.
La rivoluzione rock degli anni ’90 ha lasciato un segno indelebile e Guai, il debut album dei friulani La Methamorfosi, ne è una chiara testimonianza.
Sin dalla titletrack che apre l’album, e negli altri due singoli SP(sostanza piacente) e Mia, è razionalmente impossibile non notare il trademark sonoro di band storiche come Ritmo Tribale ed Alice In Chains, e la lezione doom di sabbathiana memoria, dove si intrecciano trame psichedeliche, oscure e riff granitici come la ghisa e l’acciaio.
Guai è un revival dal sapore aspro, passionale e anacronistico, di quelle sonorità che, all’epoca, restituirono linfa vitale all’ormai saturo genere rock degli anni ’80.
11 tracce inedite cantate in italiano con le quali i La Methamorfosi rendono omaggio a quel periodo storico che a sua volta trasse ispirazione dai grandi classici degli anni ’70.
Il primo disco dei quattro musicisti di Udine esprime un messaggio mirato e autentico, attraverso l’urgenza di comunicare tematiche sociali ed introspettive del tutto attuali, tra individualismo, malessere, illusioni e resilienza.
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