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L’Altra: Telepathic

Un ritorno ormai quasi insperato, quello di L'Altra: Telepathic prosegue il lavoro di ricerca in ambito alternative/indie-pop

L’Altra
Telepathic

(CD, Acuarela/Audioglobe)

indie-pop

[starreview tpl=16]

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L-Altra- TelepathicUn ritorno ormai quasi insperato, quello di L’Altra, interessante e particolare progetto musicale, assente dalle scene dal 2005, che ora fa di nuovo parlare di se, grazie all’ultimo lavoro, Telepathic, che prosegue il lavoro di ricerca in ambito alternative/indie-pop.

La band di Chicago, fondata sulla collaborazione fra il chitarrista/cantante Joseph Costa e la tastierista/cantante Lindsay Anderson, va da anni raffinando il proprio particolare modo di fare musica, basandosi soprattutto su strutture simili a ballate, ma create ponendo al centro l’atmosfera, intima e languida, grazie a un abile uso di voci sussurrate, chitarre misurate e mai invadenti, pianoforte, elettroniche sottili e ritmi generalmente lenti e meditativi.

Queste le cifre stilistiche che definiscono i contorni di un sound crepuscolare ed emozionale, che anche nel presente Telepathic, come già in Different Days (2005) e In The Afternoon (2002), si traducono in brani delicati ma avvolgenti, tenui e malinconici. Rispetto al recente passato il nuovo disco è comunque più sereno e luminoso, come se la commozione che ispirava i lavori precedenti si fosse stemperata in ricordi delicati.

La sperimentazione fra le calde sonorità acustiche della chitarra e le algide note di synth e piano si espande e si arricchisce di nuove tonalità, e si colora di vita con toni tipicamente cantautorali, come esemplificato dalla serena Big Air Kiss e da Winter Loves Summer Sun, già edita nel 2010 come singolo.

Piacciono, in questo disco, soprattutto le composizioni più dirette e immediate, come anche Nothing Can Tear It Apart, Boys, e Either Was The Other’s Mine, concentrate nella prima parte dell’album, e affidate alla voce calda  e tenue di Costa. La band perde invece un po’ di mordente quando si affida troppo al piano e all’elettronica della Anderson, valida interprete, ma forse dotata di una personalità meno adatta alle atmosfere scelte.

Telepathic resta comunque un lavoro sincero e ispirato, nonché molto curato e ben arrangiato, che riporta sulle scene una band efficace nel sintetizzare la lezione post-rock di gruppi quali i Tortoise, con il gusto elettronico di gente come gli amici e collaboratori Telefon Tel  Aviv, risultando comunque interessanti e personali, anche se probabilmente non fondamentali per lo sviluppo del genere.

Un gradevole ascolto, dunque, al quale si ritorna con piacere.


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