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Kula Shaker: Pilgrim’s Progress

I Kula Shaker sono cresciuti e - probabilmente - il pubblico con loro. All'adrenalina degli esordi oggi preferiscono una pià meditata rivisitazione del folk, del blues e della psichedelia degli anni '60. Ascolta la preview dell'album

Kula Shaker

Pilgrim’s Progress

(Cd, Cooking Vinyl)

rock, psych, blues

[starreview tpl=16]

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recensione-kula-shaker-pilgrims-progressAl quarto album in quasi venti anni di carriera, i Kula Shaker la smettono di fare gli indiani.

Scherzi a parte, partiti nel calderone brit-pop, i Kula Shaker s’erano guadagnati una certa attenzione, almeno con i primi due dischi, mischiando grosse e grasse dosi di influenze anni ’70 con i misticismi indiani cari alla psichedelia dei ’60 (su tutte l’hit single Govinda). Qualche anabolizzante, per tenere sempre il ritmo alto e … il gioco era fatto, con tanto di successo nelle classifiche di mezzo mondo.

Ma il tempo, si sa, se a volte è galantuomo altre è un gran bastardo e col correre dell’età anche il sacro fuoco dell’irruenza s’affloscia. Già col disco precedente, quindi, ma anche e soprattutto col nuovo Pilgrim’s Progress, i Kula Shaker lasciano da parte sia le ambizioni da classifica sia, soprattutto, le tentazioni di rendere “pompata” la loro visione 2010 della musica, figlia della raggiunta maturità (vecchiaia?) e quindi maggiormente influenzata dal folk-blues venato di psichedelia, più che dal rock.

E via quindi a reminescenze dylaniane (Modern Blues), a influenze dai Kinks e dai Byrds, ai toni soul del brano che preferiamo di quest’album, Barbara Ella.

Pilgrim’s Progress non è affatto un brutto disco, anzi. E’ solo che si rivolge a un pubblico cresciuto (d’età) così come sono cresciuti i suoi autori, in cerca quindi del rispetto e delle suggestioni date dai classici più che dalla voglia di divertimento sfrenato e della mancanza di rispetto tipica della gioventù.

Forse il problema più grande della nuova fatica dei Kula Shaker non sono le canzoni, mediamente di livello e tutte più o meno piacevolmente ascoltabili, quanto l’immaginario che avevano scatenato ai loro esordi e di cui Pilgrim’s Progress è irrimediabilmente privo.

Ascolta Pilgrim’s Progress

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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