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Klimt 1918: Sentimentale Jugend

Dopo otto anni di gestazione, i Klimt 1918 tornano con Sentimentale Jugend, un album doppio monumentale. Tra shoegaze, pop-rock, indie e new wave

Klimt 1918

Sentimentale Jugend

(Prophecy)

showgaze, alternative

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Klimt 1918- Sentimentale Jugend - recensioneSono passati otto anni dal loro ultimo lavoro in studio, anni durante i quali i Klimt 1918 hanno dovuto fare i conti con la quotidiana lotta per essere musicisti in Italia e che hanno permesso a Marco Soellner e soci di mettere insieme tanto di quel materiale da realizzare un doppio disco. E sebbene questi siano gli anni della fruizione “mordi e fuggi” della musica, la band ha deciso di non scendere a compromessi limitando la propria creatività ed espressività e di dare alle stampe Sentimentale Jugend.

Sentimentale Jugend non è semplicemente un album doppio, ma monumentale: 20 tracce per un totale di 107 minuti, due CD in puro stile shoegaze, uno più d’atmosfera (Sentimentale) e l’altro un po’ più rock (Jugend), nei quali l’inglese e l’italiano si alternano in modo fluido e armonioso, raccontando storie in bilico tra quotidianità e poesia, anche per bocca di grandi del passato (Stupenda e miserabile città, che mette in musica i versi di Pasolini).

Il quartetto romano si affranca così dagli influssi metal delle prime release, trovando la propria dimensione in un mood fortemente emotivo e malinconico, evocativo ed epico. La voce effettata, le chitarre sempre pronte a esplodere, le atmosfere rarefatte con quel vago tocco new wave dal sapore smaccatamente vintage (Montecristo) tipiche di Sentimentale, restano sullo sfondo in Jugend a favore di sonorità pop-rock (Belvedere, Lycans), creando una sorta di continuum tra due album che pur godendo di vita propria, concorrono a creare un intreccio che raggiunge la sua massima espressione nel susseguirsi delle melodie.

Prendendo una nebbiosa e austera Berlino come punto di riferimento e ispirandosi all’omonimo progetto di Alexander Hacke (Einstürzende Neubauten) e Christiane F., i Klimt 1918 danno ai loro pezzi la peculiare capacità di creare nella mente dell’ascoltatore atmosfere e location tangibili, tramutando i suoni in immagini, volti, paesaggi. A conti fatti, un’attesa ampiamente ripagata.

 

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Simona Fusetta
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