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Kleinkief: Gli Infranti

Benvenuti nel mondo variopinto e originale dei Kleinkief. Gli Infranti ci propone un sound alquanto originale e mai banale, sempre in sospeso tra il pop e il rock con qualche spunto veramente interessante

Kleinkief

Gli Infranti

(CD, Fosbury Records)

indie rock, indie pop

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Benvenuti nel mondo variopinto e originale dei Kleinkief. La band dopo una pausa abbastanza lunga  quasi 11 anni, torna sulle scene musicali tirata a lucido e rinnovata con il nuovo album dal titolo Gli Infranti. 

Il gruppo capitanato dal frontman Thomas Zane ci propone un sound alquanto originale e mai banale, sempre in sospeso tra il pop e il rock (forse più il secondo che il primo) con qualche spunto veramente interessante.

Si comincia con Un altro amore nel ghiaccio, un pezzo tendente al pop in cui non mancano sonorità bizzarre e mescolate tra loro. Una riuscita mescolanza tra chitarre e batterie che ci danno una canzone allegra al punto giusto.

L’anarcosentimentale si contraddistingue per una partenza sprintosa prima di deviare nell’elettro-rock. Il testo è assai bizzarro, come altri che compongono l’album del resto, e gli acuti del leader Thomas Zane dimostrano come il cantante abbia anche una voce interessante.

Weekend parte con un intro quasi acustico, prima di dipanarsi in un improvviso pezzo retrò stile anni ’60. Le mucche intelligenti è abbastanza cupa, resa ulteriormente cupa dalla presenza del coro. Cambia decisamente tono Ufonastri, una traccia indie-rock allegra e scanzonata.

Il fascino dell’assurdità è un pezzo sognante, quasi onirico. Margherita e il mastro parte allegra e movimentata continuando con sonorità decisamente più indie. Chiude il tutto La casa sugli alberi voce e chitarra, quasi acustica.

Kleinkief ci restituiscono un sound gradevole ed interessante, mai banale, il tutto condito da testi bizzarri e estremamente originali, niente sole, cuore amore o giù di lì. In più la voce di Thomas Zane risulta essere un valore aggiunto che arricchisce ulteriormente il disco. Insomma se non cercate qualcosa di banale, quest’album fa al caso vostro.

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Matteo Valeri
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