Kinzli & The Kilowatts
Down Up Down
(Cd, Polkadot Records)
folk, avanguardia
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Ascoltando questo secondo lavoro di Kinzli Coffman, che per l’occasione ha reclutato il pianista Vince Webb e la violinista Barbara Bartz (The Kilowatts), è immediato comprendere l’esigenza di espressione di questa incredibile artista coreana.
Nata in Corea, cresciuta in Colorado e ora trasferitasi a Londra, Kinzli ha avuto tutt’altro che una vita facile, fra problemi di salute, orfanotrofi e adozioni.
Tutto ciò traspare nella sua musica e nei testi delle sue canzoni che, seppure a volte siano brani di denuncia con testi impegnati, lasciano trasparire un’immensa sensibilità piuttosto che, come sarebbe logico pensare, un sentimento rabbioso.
Le atmosfere di questo Down Up Down spaziano fra stili diversi, ricordando in certi tratti la malinconia di Antony Hegarty, in altri la dolcezza di Cat Power e in altri ancora le visioni di Bjork.
Si parte con Don’t Shoot, brano arricchito da un prodigioso violino e da un cantato di Kinzli che in certi momenti ricorda i preziosismi vocali dei brani più folk di Dolores O’Riordan.
In We Walk For Peace, caratterizzato da ritmi più energici, Kinzli ricorda la situazione politica in Birmania.
Le atmosfere dell’album proseguono fra sonorità suadenti e vagamente oniriche con Watery Air e Star Gazing.
Il violino e la dolcezza vocale di Kinzli donano un senso di pace e armonia anche ai brani più impegnati; in Distant Shore le atmosfere sfiorano il folk di Norah Jones, ma già dalla successiva I Read Your Letter ritornano in un ambito a lei più congeniale e ci donano 5 minuti di magia alternando dolcezza ad energia e candidandolo nel ruolo di punta di diamante di questo Down Up Down.
Impossibile poi non essere ammaliati da Oahu, delicatissima canzone con melodie di sapore vagamente orientale.
Dopo un breve interludio, giungono le atmosfere di sapore gitano di The Land Of II (3 part dance), dedicato al popolo coreano; una sorta di attacco ai sistemi di manipolazione delle masse attuato dal dittatore Kim Jung II.
Ci portano verso la conclusione, la speranzosa The Future, farcita di sonorità acidule e il dream pop di Safe Place For Us.
Un disco eccellente, consigliato a tutti coloro che amano la Musica . . . appunto quella con la M maiuscola!
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