King of the Opera
Nothing Outstanding
(Cd, Trovarobato)
indie, folk, rock
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«What’s in a name? » si chiedeva Giulietta nell’immortale opera di Shakespeare. A quanto pare in un nome c’è molto, soprattutto nel music business. C’è talmente tanto da spingere un artista come Alberto Mariotti a ibernare Samuel Katarro, progetto che l’aveva fatto conoscere al mondo intero, e a dare vita a una nuova identità. Come un moderno Bowie che seppellisce il suo Ziggy Stardust, si ribattezza King of the Opera e dà alle stampe Nothing Outstanding, di cui una parte avevamo ascoltato in anteprima dal vivo allo scorso Primavera Sound.
Coadiuvato da Wassilij Kropotkin (violino, chitarra e tastiere) e da Simone Vassallo (batteria), i due musicisti che già avevano collaborato all’ultimo disco del suo alter ego, Alberto crea un ibrido in continuo mutamento, che si muove tra ritmi diversi, dal folk alla psichedelia, dal rock al noir, mantenendo la varietà stilistica che ha contraddistinto le passate esperienze, ma dandogli maggiore coerenza, grazie anche alla semplicità della realizzazione a tre senza campionamenti, voluta proprio affinché risultasse più fedele possibile all’esecuzione dal vivo.
Nothing Outstanding si apre con Fabriciborio, portabandiera della prima parte dell’album, in cui folk e psichedelia si fondono. Uno stile cantautoriale vagamente americano, caratterizzato da momenti di sincera intimità (come in GD), ma anche di grande apertura (Worried about) in un ensemble tanto variegato quanto fluido.
La seconda parte è invece più dark, a base di rock dalle forte influenze psichedeliche. In Heart of town la chitarra si fa più impetuosa e urgente, ma è la voce a stregare: ipnotica e magnetica, dà spessore e corporeità alla musica. L’atmosfera di inquietudine e ansia che le tastiere, la chitarra e la batteria creano in Nine-legged spider (e qui il rimando ai Cure è immediato), è amplificata dalla voce sussurrata, che ritroviamo anche nella successiva Pure ash dream, 8 minuti in cui il violino stridulo e crescente e la batteria cadenzata rapiscono, catturano e inchiodano in una sorta di trip alla Tim Burton.
Forse sarebbe stato lo stesso anche se questo fosse stato il terzo lavoro in studio di Samuel Katarro. O forse un altro nome ha dato ad Alberto Mariotti la possibilità di sperimentare ulteriormente e vivere la propria musica in modo diverso. Di sicuro sappiamo che Nothing Outstanding è un album di pregio, intrigante e ammaliatore come pochi. E i King of the Opera sono da tenere d’occhio e da (ri)testare dal vivo, quanto prima.
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