Killing Joke
MMXII
(Cd, Spinefarm Records/Universal)
metal, post-punk
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Anno 1980: I Killing Joke spiazzano il mondo proponendo un innovativo dark wave con ritmi funk e cadenze industriali, che eserciteranno un influenza colossale su quella musica che si sviluppò anni dopo.
Anno 2012: esce il quindicesimo disco della carriera dei Killing Joke, MMXII, dove vengono lasciati definitivamente alle spalle funk, ritmi tribali e dance per continuare a percorrere il sentiero metal tracciato dagli ultimi album. Questa componente (peraltro gia presente in forma seminale anche nei primi lavori) viene qui amplificata a dismisura a scapito delle atmosfere dark-industrial degli esordi. Il growl di Coleman si estende dal primo all’ultimo pezzo, fatta eccezione per un paio di canzoni.
Come il precedente Absolute Dissent, la line-up del gruppo londinese è quella originale degli inizi: Jaz Coleman (voce e synth), Kevin “Geordie” Walker (chitarra), Martin “Youth” Glover (basso e synth) e Paul Ferguson (batteria).
La open track, Poles Apart, inizia con una sinfonia siderale. Il lungo brano (quasi 9 minuti) vive di accelerazioni metal alternate a fasi di stabilità melodica. Il brano si chiude ad anello: si rituffa infatti nelle sonorità spaziali dell’inizio. Fema Camp è composto da strofe paranoiche che vengono chiuse dal growl di Coleman. Rapture è un metal dai suoni metallurgici. L’album prosegue con il noise di Colony Collapse e la rabbia punk di Corporate Elect. In Cythera è il primo singolo estratto dall’album: è la traccia che più si avvicina alle sonorità synth-pop degli 80’s, con sprazzi eterei che elevano il brano al di sopra della base metal del disco.
I successivi brani sono pandemie metal rabbiose, su cui svetta il prorompente ed immancabile growl. L’ultima On All Hallow’s Eve dal ritmo cadenzato è pervasa da una vena spaziale che idealmente si riallaccia al primo brano.
Le liriche dell’album seguono tematiche tanto care al gruppo inglese, affrontate infatti gia nel loro primo album, l’omonimo Killing Joke del 1980: sociali, ambientali, anticapitalistiche. In MMXII vengono trattati temi come la preoccupazione della migrazione dei poli, la spiritualità dei loro concerti, il futuro, l’avidità del mondo del lavoro, l’inesistenza della morte.
L’album, guidato dallo stile growl di Coleman, tende ad essere alquanto ripetitivo: gli anni ’80 sono solo un piacevole ricordo. Sembra che proprio le generazioni metal cresciute con le loro canzoni siano diventate il punto di riferimento dei Killing Joke.
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