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Kiffa: In My Room

Chiama chi ti ha scaricato e digli di scaricare In My Room (cit.) Kiffa, il genio del freestyle, dopo una lunga pausa di riflessione si presenta sulla scena con un disco che sa di buono

Kiffa

In My Room

(Cd, Soulville/ We Are Damore)

rap, hip hop

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kiffa-in-my-roomSi intitola In My Room il primo album studio di Kiffa, un’opera d’arte in metrica che arriva, con la sua freschezza, in free download al link http://www.soulville.it/?p=1317 (clikkando sulla copertina).

Kiffa, il genio del freestyle, non ci fa sapere nulla dai tempi del 2TheBeat (a parte qualche featuring qua e là) ma dopo una lunga pausa di riflessione si presenta sulla scena con un disco che sa di buono. Il commento di un tipo che ho letto chissà dove sembra dipingere perfettamente il mood del disco: “Questo pezzo è talmente fresco che l’ho usato come ventilatore!”.

Sin dal titolo, In My Room, si capisce che siamo di fronte ad un architetto del verbum, ad un artista che non ha bisogno di troppe elucubrazioni per proferire un messaggio: “in my room” è la sua stanza, ma anche il suo studio di registrazione, il suo luogo ameno e, soprattutto, è una locuzione che può avere un significato bivalente, quasi, come dire, una rima per l’orecchio: la parola “room” infatti, risulta polisemica nella pronuncia potendo sembrare anche “rum” il liquore che accompagna tanti discorsi, e nel quale si liquefà/materializza un amore … come la stessa copertina di In My Room vuole suggerire, rappresentando due pedine degli scacchi immersi nel rum, o anche, se si vuole, il re e la regina In the Room! Ad ogni modo una promessa D’amore, tutta in stile Kiffa, che sottolinea il nome della sua cricca di amici, We are Damore.

Questo è Kiffa: a parte il featuring con Canuto Blanco ed una strofa di Yota, il resto l’ha fatto tutto lui. “Molti pezzi hanno come ispirazione le donne, non una sola fanciulla. Le mie ex si prenderanno male…” dice ironizzando sul fatto che In My Room potrebbe risultare una cover dell’ultimo disco di Nek! Ovviamente si dice per ridere o forse per intendere che dall’ambiente Rap siamo abituati a dischi più “maschi”.

Ma considerando che il disco si apre su Winter Sadness dei Kool and The Gang e si chiude, come in un abbraccio, con Summer Madness dei … ? Kool and The Gang, si capisce da subito che la sua composizione è una miscela sonora capace di collocarsi al crocevia tra il Jazz-funk ed il Soulfull. Un disco che si apre con la tristezza di un lungo inverno dinnanzi agli occhi ma si chiude con la convinzione che le storie che finiscono, in fondo, sono sempre le più belle.

La voce di Kiffa risulta un accessorio particolarissimo e determinante sulle strumentali: calda e dolce affiora da ogni solco ed avvolge l’ascoltatore con naturalezza di rime a sorpresa, trick vocalici (la Coca cola/lavati la faccia) metafore in consonanza e metriche stravaganti (in particolare nel pezzo A.S.F.A.L.T.O.) accanto all’inconfondibile flow, che non ha rivali tra i colleghi italiani.

Rap urbano infarcito di Jazz che riesce a catalizzare, risucchiare ed incorporare i fermenti della strada e della vita quotidiana ma anche ad esplorare un ambito sonoro non tipicamente italiano, diciamo di importazione, che si sviluppa nelle diverse sfumature Funk, Jazz, Soul e Blues (come suggerisce la traccia numero 6).

I temi vengono rielaborati con l’accento di chi è stato zitto per troppo tempo e l’emozione dell’ascoltatore incarna quella voglia di esplorare le risposte di Kiffa ai casi quotidiani, risposte date con un tocco magico di chi riesce a sintetizzare nella musica un percorso individuale di dolore tristezza e sorrisi.

In definitiva un lavoro non improvvisato per il maestro del freestyle, frutto di uno studio di reale consistenza per un risultato cosi fluido che Kiffa sembra essere nato nel Rap più che nel liquido amniotico!

Sotto, le basi si alternano cambiando diversi produttori ma regalando al disco uno stile inconfondibile che profuma di Kiffa. Vox P al centro, con un paio di beat sensazionali: sulla traccia 10 In My Room, con un mini skit in stile spaghetti western e sulla 12 Le donne vanno e vengono con uno stacchetto dal sapore “commedia americana”. Grande eleganza per le produzioni di LeRoy, raffinate quelle di Dj Madre Shabu.

Un pezzo più bello dell’altro nel susseguirsi dei quali Kiffa si denuda davanti al microfono, un disco autoreferenziale come in Vita grand prix sulla base di Aleaka, ed originale come in Dalla pagina 50 prodotta da Judah.

Sapientemente mixata da Vox P (che si è occupato del missaggio e della masterizzazione dell’intero album) la traccia Molto più tardi anticipa l’ultimo pezzo che chiude il disco con una rima che lascia una scia sul Kiffa point of view.

Stefano Demelas aka Kiffa aka “8 steps to perfection” con questo lavoro discografico ha fatto 8 passi in avanti.

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Daniela Muzi
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