Kasabian
Velociraptor
(Cd, Columbia )
indie rock
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Grande attesa c’era attorno a Velociraptor, quarto album dei Kasabian di Meighan e Pizzorno.
Dopo tanta attesa, i fan del gruppo di Leicester, saranno felicissimi di sentire un ottimo lavoro, pieno di pathos e carica che alterna momenti coinvolgenti ad episodi più pacati ma comunque molto interessanti.
Apertura dell’album affidata a Let’s Roll Just Like We Used To: inizio morriconiano e atmosfere rock in bilico fra Beatles e Rolling Stones degli anni ’70.
Si prosegue con uno dei brani presentati dal vivo all’I-Day: Days Are Forgotten è un perfetto successore di L.S.F. e di Club Foot, trascinante e spinto da una melodia veramente ammaliante.
Molto pop la successiva Goodbye Kiss, mentre più all’avanguardia risulta essere la malinconica ballad La Fée Verte cantata dall’acclamatissimo ai concerti italiani Sergio Pizzorno.
Con Velociraptor le acque si agitano nuovamente e ci portano in un vortice sonoro travolgente che anche in dimensione live ha fatto letteralmente impazzire il pubblico.
I ritmi si placano con l’arabeggiante Acid Turkish Bath (Shelter From The Storm), un brano pieno di magia che a tratti ricorda Take Aim.
Impreziosita da un tappeto di sonorità elettroniche acidule arriva poi un altro brano di grande atmosfera chiamato I Hear Voices.
Con Re-Wired si ripropongono le ritmiche rock dell’ultimo album dei Kasabian. Man Of Simple Pleasures è invece la classica ballata rock da ascoltare durante un viaggio on the road, con un ritornello che entra in testa e si incolla alla mente.
Chiusura con due pezzi da 90: Switchblade Smiles ha la potenza dei primi Prodigy alternata ad un refrain psichedelico che mi fa innamorare di questo brano; psichedelia che arriva invece pura nella visionaria Neon Noon.
I Kasabian confermano di essere ormai pronti per il grande pubblico, forse lo erano già, ma sicuramente con questo Velociraptor, tanti ascoltatori distratti si accorgeranno di loro. Un album imperdibile.
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