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Kamera Kubica: Sono Solo

I Kamera Kubica escono con Sono Solo, un nuovo disco per l'etichetta (R)esisto. Dieci brani che si dipanano tra rock, pop e canzone italiana

Kamera Kubica

Sono Solo

( (R)esisto )

alternative rock, pop

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Kamera Kubica- Sono SoloI Kamera Kubica sono di Vicenza ed il loro nuovo lavoro si intitola Sono Solo. Ci sono due anime in questo disco, apparentemente così diverse l’una dall’altra, che accostarle è spesso un salto nel vuoto per molti artisti emergenti che sentono la necessità di coniugare un piglio rock, di quelli a stelle e strisce, un pò tutti uguali, da power chord distorti, adolescenziali, al gusto di MTV, con una urgenza di arrivare ad una platea il più ampia possibile, pop, con una vena cantautorale, dal retrogusto italo-rock primi anni ’90 che sfida lo stantio. Ed in un certo senso tutti e due i corsi sono lambiti dall’eterno dualismo tra la forma e la sostanza.

Sarà colpa di quel pregiudizio, antico e rigoglioso, che in molti è attecchito ed ha fatto danni incalcolabili, secondo cui c’è un rapporto inverso tra bellezza, popolarità, riscontri di pubblico, fama ed il fattore che sta al denominatore: contenuti, ricerca, innovazione, freschezza, genio creativo. Il fatto è che se fosse facile prendere un chilo di pop, mischiarlo con cinquecento grammi di rock, aggiungere un litro di musica italiana e mescolare bene per cucinare un prodotto buono e che piaccia a tutti, allora la musica tutta non avrebbe più alcun senso. I Kamera Kubica sembrano voler essere un po’ Ligabue, un po’ i Marlene Kuntz, un po’ i Foo Fighters.

Però il concetto è questo: se provate ad immaginare i Nickelback che suonano una canzone di Rita Pavone con un featuring del cantante dei Goo Goo Dolls, vi renderete conto di come, pur essendo ingredienti che separatamente hanno segnato incredibili riscontri di pubblico, farete difficoltà ad immaginarli mixati in qualcosa che abbia un qualche tipo di pregio. “E’ come far l’amore e non venire/E’ come una montagna senza neve” recitano in Non Buttarti Giù.

Nell’approccio, che brano dopo brano si svela sempre più autoriale, di questo Sono Solo, è lo stile post-moderno a provocare il disagio. Andrà anche bene per qualcuno il verismo delle liriche, che fa tanto rock padano di fine millennio, come parrà azzeccato il lirismo incazzato à là Godano, certo è che con testi come “Siam tutti matti / e in questa stanza c’è puzza di piedi” (Budapest) si canna un pò il colpo, si perde di credibilità.

Che differenza c’è tra le pagine scritte da Fabio Volo e quelle scritte da Italo Calvino? Se non ne avete idea mi dispiace molto per voi, ma non vi compatisco neppure, scusate. “Se ti accontenti ancora del bicchiere mezzo vuoto come puoi cambiare?” cantano i Kamera Kubica nella ballata Io Sono Qui ed io questa frase la sottoscrivo.

Ma torniamo a noi ed al nostro discorso; se più o meno vi siete fatti un’idea di cosa parlo, allora immaginate Francesco Totti che fa un riassunto di un libro scritto dall’uno ed uno scritto dall’altro, a vostra scelta. Immaginatevi il pupone che ve lo racconta in 140 caratteri, che oggi va tanto di moda. Fatto? Ok, ora chiedetevi quale dei due libri comprereste.

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Antonio Serra
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