Kafka On The Shore
Beautiful But Empty
(Cd, La Fabbrica)
alternative rock
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I Kafka on the Shore, nome preso da un romanzo di Haruki Murakami, sono un quartetto del milanese provenienti da diverse località europee che pubblica questo Beautiful But Empty, disco in lingua inglese di undici brani giocondi, con una chitarra limpida e un pianoforte squillante, rinforzati da un efficiente impianto melodico che assume i profili di un insinuante indie-pop.
Quando il disco parte con Berlin, si viene rapiti dall’energia del riff di apertura della chitarra elettrica, il pianoforte che accompagna il ritmo calzante e la voce scandita in una hit solare che ricorda le belle canzoncine da surfisti californiani. Moon Palace viene dettata dal pianoforte che dà l’andatura alla voce graffiante e la chitarra si sovrappone con alcuni assoli semplici ma opportuni.
“Le undici canzoni di Beautiful But Empty sono animate da pianoforti indiavolati alla Jerry Lee Lewis, elettriche veraci e sudate, visioni poetiche sulla scia dei Doors e pezzi da taverna che piacerebbero ai Gogol Bordello.” Definiscono il loro genere Pirate Mexican Porn Rock, ispirato da uno dei primi componimenti della band, Bacco, che racconta di un pirata ubriaco.
La verve del pianista Vincenzo Parisi, proveniente dal conservatorio, si avverte in tutto il disco, la tecnica chitarristica di Freddy Lobster ricama atmosfere indie inconsuete. Chiara Castello (2Pigeons) partecipa con la sua voce al brano Venus, affascinante tappeto della seicorde. Viene usato un effetto a simulare l’hammond su una conturbamte Lily Allen in Green. Quando ascolto Lost in the Woods la prima cosa che mi viene in mente sono i Cure di Japanese Whispers.
Interessante la mini-suite in due parti chiamata Walt Disney alla fine del disco che occupa una decina di minuti. Folli, eccentrici, creativi, dalle soluzioni melodiche dilettevoli e divertenti, non incontrano esattamente i miei gusti ma non c’è dubbio che i ragazzi possiedono un certo estro che li smarca agevolmente nell’attuale panorama musicale.
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