Jeniferever
Silesia
(Cd, Monotreme/Goodfellas)
post-rock, indie-rock
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A quanto pare Sigur Ròs non risulta essere l’unica vittima della perturbazione post-rock che imperversa lungo le coste scandinave: nemmeno i Jeniferever, quartetto proveniente dalla città svedese di Uppsala, riescono a restarne immuni. L’ulteriore prova è fornita da questa ultima pubblicazione che, sotto il nome di Silesia, già preannuncia una monumentalità sonora e paesaggistica che si lascia presagire dal pendio roccioso che si staglia sulla cover art.
Il piglio musicale della band racchiude in sé due anime apparentemente contrapposte: da una parte si stempera in un morbido e solitario intimismo, dall’altra s’inerpica per strade tortuose, in un crescendo di toni epici corredati da sferzate di delay e solenni tempi di batteria.
In questa immensa landa di suoni è quasi naturale lasciare vagare la mente alla ricerca di connessioni, somiglianze, influenze: il sound così puro ed incontaminato dà adito ad una serie di accostamenti ad altri nomi del genere post-rock, quali Mogwai, Explosions In The Sky, ma soprattutto iLiKETRAiNS, mentre il nome della band, ispirato dai primi Smashing Pumpkins, sembra essere solo un vago richiamo, solo marginalmente significativo nel tracciare le coordinate musicali del gruppo.
In Silesia ogni traccia si afferma e si consolida prendendosi il dovuto tempo, in perfetta armonia con l’atmosfera che va costruendosi nel corso dell’intero album e raggiunge il suo climax in chiusura, nei nove minuti di Hearts. La solidità della base strumentale è controbilanciata da un parte vocale più rarefatta, che finisce umilmente ma intelligentemente sullo sfondo per far spazio ad una descrizione emozionale, all’evocazione dell’indefinibile e dell’indicibile.
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