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In My June: Blind Alley

Blind Alley, vicolo cieco. Titolo programmatico di un certo mood di fondo, malinconico e inquieto, per il debutto degli In My June. Italianissimi, ma votati a un sound, il folk/indie-rock, che ha in UK e USA le sue bandiere d’elezione

In My June

Blind Alley

(Cd, Garage Records/Audioglobe)

indie, acoustic rock

[starreview tpl=16]
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In My June- Blind AlleyBlind Alley, vicolo cieco. Titolo programmatico di un certo mood di fondo, malinconico e inquieto, per il debutto degli In My June. Italianissimi, ma votati a un sound, il folk/indie-rock, che ha in UK e USA le sue bandiere d’elezione.

Musica sostanzialmente intimista e delicata, non per forza completamente acustica, ma certamente connotata da un minimalismo di fondo, la tradizione folk ereditata dagli In My June va da Nick Drake a Elliott Smith, da Bonnie Prince a Rob Crow.

Il risultato tradotto in Blind Alley è un lotto di canzoni dalla struttura semplice e immediata, fondata sulle ritmiche di chitarra di Paolo e Ricky (anche nell’ensemble noise Anarcotici), impreziosite dalle melodie di piano e violoncello di Laura. Un impasto sonoro sobrio ed essenziale (come dimostra anche il minutaggio di alcune canzoni, veri e propri frammenti), ma ricco di pathos  ed energia drammatica, promossi soprattutto dalla voce sofferta di Ricky.

Il risultato di questo insieme di elementi è senz’altro un buon prodotto, con alcuni notevoli picchi d’intensità (Damned, Family Tree, Leave Me Alone), sebbene si notino ancora certe piccole sbavature, come la tendenza a  una certa ripetitività strutturale e delle linee canore.

Blind Alley, più che un vicolo cieco, un positivo punto di partenza.

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