Il Disordine Delle Cose
La Giostra
(CD, Cose in Disordine)
indie
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Attivi dal 2007, i sei componenti piemontesi de Il Disordine Delle Cose hanno pubblicato tre anni fa il loro primo disco accolto con favore e denso di collaborazioni con Syria, Carmelo Pipitone (Marta Sui Tubi), Paolo Benvegnù, Marco Notari, Perturbazione e Marcello Testa (La Crus).
Registrato nello studio dei Sigur Ros in Islanda, La Giostra è un album di 14 brani autoprodotti dalla band sotto la propria etichetta e vede la partecipazione del quartetto d’archi islandese delle Amiina nei brani Mi Sollevo e La Giostra. Una scrittura introspettiva con sonorità tristi e avvolgenti ispirate dall’atmosfera dei fiordi scandinavi e l’utilizzo di strumenti musicali come l’harmonium, i glockenspiel e i metallofoni su incastri di cori.
Il disco è introdotto per poco più di un minuto dal suono di un corno tradizionale nella strumentale Moesfellsbaer e prosegue con Addio che racconta del rapporto uomo-donna con il suo “la terra appartiene alla terra, la conoscenza all’uomo e la coscienza a dio”. Sto Ancora Aspettando è il video di lancio domato da un piano e una sequenza di archi in sottofondo dove c’è un atto di accusa sulle promesse non mantenute che rovinano un rapporto nell’illusione che le cose si possano sempre sistemare con un confronto chiarificatore.
Arpeggio di chitarra acustica guida Vorrei, Potrei, Dovrei in un metaforico naufragio di persone che sono alla deriva esistenziale e non sono di alcun aiuto quando ci aggrappiamo ad esse. Nella seconda parte della canzone è il piano che prende posto alla chitarra con suoni che si aprono e un cantato maggiormente più insistente. Mi Sollevo mantiene liriche drammatiche con un movimento più sostenuto e sonorità piacevoli, con una sezione di fiati al fondo. Ancora il piano in Al tuo ritorno e un breve testo sui segni e le conseguenze che lasciamo nel nostro percorso e su alcune strade che abbiamo intrapreso cercando di non disturbare più di tanto.
La title track La Giostra è un brano indolente su come la vita riservi delle sorprese e ci riporta ad un giro che ci fa felici e da cui non vorremmo più scendere. Un po’ di ritmo in La Preda che ci spiega che l’amore, la vita e le persone sono come un elastico che si tira e si accorcia dando l’illusione di raggiungere l’obiettivo. Chitarre acustiche, cori, battimani nell’Improvvisazione n.9 che anticipa Marionette, brano sulle convinzioni costruite per illuderci del cambiamento.
L’altalena della vita viene raccontata in Appena Prima, quando ci si spinge in alto sfiorando la felicità per poi tornare nel nostro inferno. Il disco si conclude con una ripetitiva e sognante La Mia Città prima dell’amara Tolgo il Disturbo, malinconica con la sua chitarra nell’ultimo saluto all’amore che se ne va.
Serve solo un po’ di ritmo in questo album dalle trame malinconiche e tenui, delicate e attonite, un racconto cantautorale di immagini intime che si dipanano brano dopo brano su testi minimalisti.
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